Cei, ecco le cinque linee d’azione per prevenire gli abusi sui minori

I vescovi hanno approvato una determinazione con cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili. “Oltre ad implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane – evidenzia una nota della Cei -, l’Assemblea ha deciso di attuare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede”.

Prima linea di azione: la decisione dei Vescovi ha come obiettivo quello di potenziare la rete dei referenti diocesani e dei relativi Servizi per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Già costituita a partire dal 2019 in tutte le 226 diocesi italiane, questa realtà verrà ora sostenuta con percorsi formativi rivolti agli operatori pastorali (sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti, educatori, insegnanti di religione…) e a chi è chiamato a occuparsi degli aspetti giuridici.

Seconda linea di azione: è stato ribadito l’impegno di implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane, per accogliere e ascoltare quanti vogliono segnalare abusi recenti o passati, e indirizzare a chi di competenza secondo l’esigenza espressa dalle persone: un medico, uno psicologo, un avvocato, la magistratura, le forze dell’ordine, un accompagnatore spirituale, un consulente di coppia, ecc. “I Centri di ascolto sono una porta aperta in luoghi vicini alle persone (un consultorio familiare, un ufficio professionale, ecc.), con responsabili preparati, in buona parte laici e laiche – disponibili al primo ascolto, un servizio che si sta rivelando assai prezioso”.

Terza linea di azione: i vescovi hanno anche deciso di realizzare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e formazione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni (2020-2021). I dati saranno raccolti e analizzati da un Centro accademico di ricerca. I report avranno poi cadenza annuale e costituiranno uno strumento prezioso per migliorare, in termini di qualità ed efficacia, l’azione formativa dei Servizi e quella di accoglienza e ascolto dei Centri. Daranno poi un segnale di trasparenza, dal momento che saranno resi pubblici. Le Chiese che sono in Italia hanno accolto così l’invito rivolto da Papa Francesco alla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che ha chiesto “un rapporto sulle iniziative della Chiesa per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili”. Quello che scaturirà sarà un monitoraggio permanente dei dati, via via raccolti, e dell’efficacia delle attività messe in campo.

Quarta linea di azione: grazie a un nuovo spazio di collaborazione aperto negli ultimi mesi con la Congregazione per la Dottrina della Fede, sarà possibile poi conoscere e analizzare, in modo quantitativo e qualitativo, i dati custoditi presso la medesima Congregazione, garantendo la dovuta riservatezza. Tali dati fanno riferimento a presunti o accertati delitti perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021. L’analisi verrà condotta in collaborazione con Istituti di ricerca indipendenti, che garantiranno profili scientifici e morali di alto livello, e consentirà di pervenire a una conoscenza più approfondita e oggettiva del fenomeno. Ciò permetterà di migliorare le misure di prevenzione e contrasto, di accompagnare con più consapevolezza le vittime e i sopravvissuti e di affinare i criteri per altre ricerche.

Quinta linea di azione: infine, la CEI partecipa ora in qualità di invitato permanente all’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, istituito con legge 269/1998. “I vescovi hanno preso atto con molto favore di questa possibilità di collaborazione con le istituzioni pubbliche per lo studio e il monitoraggio della prevenzione e il contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale a danno delle persone di minore età in tutta la società italiana”, si legge nella nota della Cei.
“Queste cinque linee di azione non sono un elenco chiuso a eventuali sviluppi – si sottolinea -, tutt’altro: è volontà dei vescovi compiere qualsiasi passo perché il fenomeno degli abusi venga contrastato decisamente, promuovendo ambienti sicuri e a misura dei più piccoli e vulnerabili”.

Sintesi a cura di Redattore sociale