“In carcere ho riscoperto la fede, ma una volta uscito mi sono ritrovato solo”. Suor Chiara: “Il mondo ha bisogno di perdono”

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Buongiorno suor Chiara, sono Nicola e sono un ex carcerato. Ho riscoperto la fede in carcere grazie alla presenza di un cappellano. Quando sono uscito, però, mi sono trovato più volte a chiedermi se il perdono esiste davvero, perché incontro tanti pregiudizi fra le persone e spesso mi sento solo. Mi chiedo se potrò mai lasciarmi alle spalle l’errore che ho fatto, di cui sono molto pentito. Dio perdona davvero? E la società, la comunità cristiana? Vi chiedo gentilmente di pregare per me. Grazie 

Carissimo Nicola, comprendo la tua sofferenza e ti assicuro il ricordo nella preghiera. La fede che hai riscoperto può essere per te forza e sostegno nel cammino quotidiano, luce nel tempo del buio e dell’incertezza: il Signore cammina con te e ti è vicino.

Questo deve alimentare la speranza che la misericordia di Dio abbraccia la tua vita e il perdono che hai ricevuto da lui è vero e ha la forza trasformante che stai già sperimentando. Il Signore perdona sempre perché Lui è misericordia infinita e mai viene meno alle sue promesse; invece sono gli uomini che faticano a perdonare e a perdonarsi e a credere che il perdono sia fattibile.

Il perdono di Dio è pieno, totale e ci dà la certezza che è possibile ricadere negli stessi peccati, ma lui ha pietà di noi e non smette di amarci. Egli si impietosisce quando siamo pentiti e il suo perdono è illimitato: Dio guarda il cuore di chi chiede di essere perdonato. Nella preghiera del Padre nostro noi continuamente chiediamo di essere perdonati e di perdonare come via alla vita vera. Senza perdono l’esistenza diventa impossibile.

Il perdono non elimina la giustizia, ma per Dio essa è sempre pervasa dalla misericordia. Il Signore Gesù ci esorta ad aprirci con coraggio alla forza del perdono, perché nella vita non tutto si può risolvere con la giustizia.

Tu, Nicola hai assolto anche il tuo debito perché hai scontato in carcere il tempo che ti è stato dato per quanto hai fatto. L’errore che hai commesso è nella misericordia del Padre e la tua vita deve e può essere nuova, perché il Signore ti ha rinnovato con il suo amore. Questa certezza ti deve dare forza anche per sostenere i pregiudizi che incontri quotidianamente. Mai come nel nostro tempo vediamo come il mondo abbia bisogno di perdono: troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio perché incapaci di perdonare, rovinano la loro vita e quella degli altri.

La comunità cristiana può essere il segno visibile della grazia della misericordia che Dio dona a tutti, del perdono ricevuto e restituito.

Ogni giorno nell’Eucarestia rinasciamo dal sangue di Cristo versato per noi, ogni giorno Dio ci avvolge con la sua misericordia senza la quale il mondo scomparirebbe. Di fronte a questo dono noi non siamo capaci di donare il perdono che riceviamo con abbondanza?

Le comunità devono diventare sempre più questi luoghi di accoglienza di chi è segnato dalla sofferenza per i propri errori, ma che pentito sta rinascendo a vita nuova e vuole integrarsi nella società.

Non è certamente facile perdonare, ma è possibile! Esso è il frutto di un lungo cammino di guarigione interiore e di conversione che la grazia di Dio opera nel cuore e nella mente, di preghiera e di affidamento della propria debolezza al Padre delle misericordie che può guarire i cuori.

Ti lascio il commento alla preghiera del Padre nostro di san Francesco. può divenire preghiera per chi si sente perdonato e per chi non riesce a perdonare, perché nessuno si può sentire giusto:

E rimetti a noi i nostri debiti: per la tua ineffabile misericordia, per la potenza della passione del tuo Figlio diletto Signore nostro, e per i meriti e l’intercessione della beatissima Vergine e di tutti i tuoi eletti.

Come noi li rimettiamo ai nostri debitori: e quello che noi non rimettiamo pienamente, tu o Signore, fa che pienamente perdoniamo, cosicché, per amor tuo, amiamo sinceramente i nemici e devotamente intercediamo per loro presso di te, non rendendo a nessuno male per male e impegnandoci in te ad essere di giovamento in ogni cosa”.