Lo sport unisce popoli e culture: incontro al Polaresco per la Giornata Mondiale del Rifugiato

Due anni di pandemia hanno messo alla prova i legami, hanno alimentato il desiderio di stare insieme. Le iniziative promosse nella diocesi di Bergamo in occasione della Giornata Mondiale del rifugiato, che cade il 20 giugno, raccolgono e rilanciano questa esigenza.

La Giornata è stata indetta nel 2001 ed è un’occasione per ricordare le persone costrette a lasciare il proprio Paese a causa della guerra o per motivi politici ed economici. Un tema al quale la guerra in Ucraina ci ha reso più sensibili, sollevando l’onda della solidarietà.

Le iniziative sono state presentate nei giorni scorsi all’abbazia di San Paolo d’Argon, sede di Fileo, progetto della Diocesi di Bergamo, dell’Ufficio per la pastorale dei migranti, di Caritas bergamasca, del Centro missionario diocesano e della Fondazione Adriano Bernareggi e gestito da Fondazione Diakonia onlus. 

Il filo conduttore scelto per quest’anno è lo sport grazie a una partnership stretta con “Uisp, sport per tutti”. 

“Le attività sportive – spiega Elena Sarzilla di Fileo -, creano un’atmosfera informale e allegra e favoriscono l’amicizia e il dialogo tra le diverse comunità”. 

Lasciate alle spalle le limitazioni dovute alla pandemia, come ha chiarito Mariella Galessi, responsabile dell’area fragilità, housing e migrazioni del Solco Città Aperta, che gestisce i progetti Sai (Sistema di accoglienza e integrazione): “Puntiamo sullo sport, appoggiandoci a una ricorrenza mondiale, perché non possiamo permettere che si spenga il l’attenzione sullo stile e le possibilità con le quali possiamo abitare questo nostro tempo. Lo sport ci aiuta a riapproppriarci dei luoghi». Sabato 18 al Polaresco dalle 10 alle 18,30 sono previste attività sportive che coinvolgono i rifugiati dei progetti Sai di Bergamo, Bagnatica, Osio, Val Cavallina, Levate che ora accolgono circa 200 adulti, oltre a 30 minori non accompagnati. Ci saranno una serie di punti di sperimentazione di diverse discipline, gestiti con l’aiuto delle stesse persone che partecipano al Sai. 

Le esperienze vissute in questa giornata saranno poi condivise attraverso interviste che saranno realizzate da Quid il 20 giugno in coincidenza con la Giornata Mondiale del Rifugiato e diffuse attraverso canali social. «Le persone coinvolte – chiarisce Laura Cicirata, del Sai Val Cavallina – racconteranno le loro esperienze sportive con particolare attenzione alle attività più diffuse nei Paesi d’origine».

MigranTour, un’altra attività proposta ai partecipanti del Sai il 22 giugno aiuterà migranti e rifugiati a conoscere Bergamo da un punto di vista particolare, come ha sottolineato Federica Mora, referente del Sai di Bagnatica: “Si tratta infatti di visite guidate da persone migranti, che mostrano luoghi della città in cui si intrecciano culture, tradizioni, appartenenze diverse”.