Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. L’arte di meravigliarsi e dare valore

“Una manciata di tipi di particelle elementari, che vibrano e fluttuano in continuazione fra l’esistere e il non esistere, pullulano nello spazio anche quando sembra non ci sia nulla, si combinano assieme all’infinito come le venti lettere di un alfabeto cosmico per raccontare l’immensa storia delle galassie, delle stelle innumerevoli, dei raggi cosmici, della luce del sole, delle montagne, dei boschi, dei campi di grano, dei sorrisi dei ragazzi alle feste, e del cielo nero e stellato la notte.” (Carlo Rovelli)

Sono stato alcuni giorni in montagna con un gruppo di amici e una sera abbiamo avuto la fortuna di contemplare il cielo stellato in una cornice stupenda. La luna con la sua luce imponente ci rendeva faticoso il riconoscere le costellazioni, ma in questi momenti di contemplazione sono stato travolto dalla bellezza e dalla perfezione con cui l’universo vive ed evolve in un modo meraviglioso senza che noi mediamente ce ne accorgiamo o ne siamo fautori.

Alla fine dell’anno scolastico siamo chiamati, come insegnanti, a valutare il percorso dei ragazzi e la loro evoluzione e mentre ripensavo al percorso di ciascuno pensavo a quella serata in montagna.

La difficoltà di valutare uno studente

Pensavo alla quantità di azioni e reazioni che permettono l’evoluzione dell’universo e di cui non mi accorgo, pensavo alla bellezza di tutti i paesaggi che cambiano durante le stagioni e che non sempre il mio stato d’animo mi permette di cogliere, pensavo alla luna che è sempre lì eppure solo in particolari momenti smuove il cuore.

Pensavo e mi chiedevo: starò cogliendo, anche in dialogo con gli altri, il vero valore di questo ragazzo? Starò valorizzando i suoi aspetti positivi, lasciandomi meravigliare dalla sua specifica e unica orma che lascerà su questa terra?

Valutare mi ha sempre spaventato. Un giorno però dialogando con una persona che stimo molto mi sono sentito rivolta questa frase: “valutare significa dare valore, per quel poco che ti è possibile vedere, ma ricorda che c’è un valore più grande, di ciascuno, che ognuno porta con sé e questo non può essere scalfito da nessuna valutazione, perché quel valore resta”. Questa frase, da quando l’ho ascoltata, mi ha consegnato un desiderio: provare a scoprire e anche solo velatamente poter vedere quel valore.

Scoprire il valore disseminato nelle nostre vite

Da allora mi sembra che valutare e affidare siano proprio connessi, perché per riconoscere quel valore per sé e per gli altri è necessario affidarsi a quelle mani sapienti che lo hanno generato.

Quelle mani che il profeta Geremia descrive con una parabola in atto bellissima: quel vasaio che lavora al tornio modellando la creta e ogni volta che per qualche motivo si rompe o non prende la forma che è il suo specifico, il vasaio, pazientemente, si rimette al lavoro e genera nuovamente, senza buttare la creta, ma trasformandola continuamente.

Credo allora che qualunque cosa viviamo possa essere veramente viva solo in relazione con quelle mani e alla scoperta di quel valore che, come perla, è disseminato nelle nostre vite e in ciascuno di noi.