Manca l’acqua per irrigare le coltivazioni. Situazione grave per le aziende agricole: “Se non piove perdiamo il raccolto di mais”

Campi e siccità

È scattato l’allarme nelle campagne bergamasche, dove a causa della siccità si prospetta una drastica riduzione delle rese dall’orzo al frumento, dai foraggi al mais.

Coldiretti Bergamo ha segnalato nei giorni scorsi una grave mancanza d’acqua nei campi per irrigare le coltivazioni, conseguenza anche della scarsità di precipitazioni nei primi sei mesi del 2022, praticamente dimezzate rispetto agli anni scorsi.

Il raccolto dell’orzo ha già fatto segnare un meno 30% e diverse produzioni in campo sono già in parte compromesse – spiega Coldiretti Bergamo –. Ci sono alcuni agricoltori che non sono ancora riusciti a terminare il primo turno di irrigazione a causa della scarsità idrica.  

“La situazione – spiega Carlo Cordoni, 38 anni, dell’azienda agricola Marra di Filago – è gravissima ed è peggiorata drasticamente rispetto agli anni scorsi. Sono appena stato nei campi di mais. Non irrighiamo perché non abbiamo acqua. Se non dovesse piovere entro pochi giorni perderemo interamente il raccolto. Noi raccogliamo il fieno per i nostri bovini da carne e quest’anno è la metà rispetto all’anno scorso. Lo stesso vale per l’orzo. La resa di tutte le coltivazioni è molto più bassa rispetto al solito. Dobbiamo ancora tagliare il frumento, e non sappiamo come sarà. I chicchi potrebbero essere più piccoli dato che la primavera è stata molto asciutta”.

L’azienda era della madre di Carlo ora se ne occupano lui e suo fratello. Hanno iniziato a coltivare trenta pertiche di mais in modo naturale per farina di polenta, gallette e biscotti: “Raccogliamo e sgraniamo a mano, abbiamo iniziato con due pertiche, quest’anno ne abbiamo messo molto di più ma sarà davvero dura poterlo raccogliere. Sono anche aumentati in modo esponenziale i costi del carburante per l’aratura, fresare e la semina. Anche i semi sono costati il doppio dell’anno scorso. Dicono che è da più di settant’anni che non si vede una situazione di siccità come questa”.

La siccità – spiega Coldiretti Bergamo – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana e ha già determinato danni per oltre un miliardo a livello nazionale a seguito del calo delle produzioni agricole. Ad essere colpito dalla siccità è infatti l’intero territorio dell’Italia, ma particolarmente grave è la situazione nella pianura padana dove per la mancanza di acqua  è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che caratterizzano la  food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. 

“I nostri campi e pascoli si sviluppano tra 400 e mille metri – racconta Francesca Riboli di Berzo San Fermo – noi abbiamo vacche da latte, capre e suini e produciamo formaggio. D’estate gli animali sono fuori al pascolo. Se l’annata è buona riusciamo a produrre da soli il fieno che ci serve e usiamo pochi mangimi. Quest’anno i costi sono andati alle stelle e la siccità ci sta mettendo in ginocchio. Anche le risorgive che ci sono nei nostri campi sono quasi asciutte. A maggio e giugno di solito l’erba è abbondante. Quest’anno anche il pascolo inizia a scarseggiare e l’erba è secca e bruciata, e abbiamo ancora davanti due mesi molto caldi, l’estate è appena iniziata. La primavera è stata molto asciutta”.