Festa dell’Apparizione al Santuario di Ardesio. Il vescovo: “La regalità di Maria è una maternità allargata”

Nel 415° anniversario dell’Apparizione e 150° anniversario dell’incoronazione della Madonna delle Grazie, venerata nel suo celebre santuario, la comunità di Ardesio ha vissuto una cerimonia particolarmente partecipata e sentita, officiata dal Vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi.

Come da tradizione, nella festa dell’Apparizione, il 23 giugno, alle ore 15 in santuario si svolge la cerimonia della Comparizione, lo scoprimento dell’immagine del Crocifisso, della Vergine Addolorata e di S. Giovanni Apostolo. Quest’anno, nel particolare anniversario, il Vescovo Francesco ha rinnovato il rito dell’incoronazione della Vergine. 

Nell’omelia durante la preghiera dei Vespri, mons. Beschi ha ringraziato il parroco don Antonio Locatelli per l’invito. “Per me è una grande gioia vivere con voi l’antico rito dell’incoronazione – ha detto -. Vi ringrazio di cuore: il vostro parroco, ci teneva, ha insistito, e io sono lieto di tornare qui poco tempo dopo il mio pellegrinaggio pastorale. Questa è una circostanza preziosa non solo per la comunità di Ardesio, ma anche per i tanti che vengono qui da lontano, con la forza della devozione alla Vergine Maria”.

Il Vescovo ha introdotto alla cerimonia dell’incoronazione sottolineandone il significato. “Si tratta di un gesto che dice di una regalità, ma di una regalità secondo il Vangelo. Nel nostro animo dovrebbe imprimersi la meraviglia per una regalità diversa, non fondata sul merito, sulla potenza o sulla discendenza. La regalità di Maria nasce dalla Grazia di Dio, in un contesto di umiltà, rappresenta una maternità che si allarga a tutti”.

Le cinque corone di Maria

Mons. Beschi ha poi parlato delle cinque corone della Vergine Maria. “La prima è quella della regina, quella che io ora pongo sulla sua effigie. Maria è stata introdotta nella gloria di Dio, la sua glorificazione avviene da parte di Dio stesso ma anche noi, proprio con la devozione e l’affetto, partecipiamo a questa gloria. 

La seconda corona è quella di spine: Suo figlio è stato incoronato di spine e possiamo immaginare i sentimenti della madre per questo. Eppure, questa corona di spine che nessuno vuole in realtà dice di una regalità del servizio, del dono, del sacrificio, perché l’amore a volte costa molto caro. Questa è la corona non del re che domina, comanda e impone il suo potere; è una regalità che si fa servizio, amore fino al dono di sé. Maria viene incoronata di spine con suo figlio, esercita questa regalità.

La terza è la corona di stelle. Nel libro dell’Apocalisse viene rappresentata una donna che ha intorno al capo una corona di 12 stelle: queste stelle siamo noi, è la Chiesa, rappresentata così perché 12 erano le tribù di Israele. La corona di stelle che spesso vediamo nelle immagini di Maria siamo noi: anche se non ci sentiamo degni e capaci, il fatto che siamo qui, significa che quella stella non si è spenta. La Chiesa, in ogni angolo del mondo, fa da corona a Maria.

La quarta è la corona di luce: Maria sempre porta attorno al capo una corona di luce, che ci dice la sua santità. Noi la veneriamo e chiediamo la sua intercessione perché riconosciamo che questa donna, donna proprio come voi, è totalmente di Dio: quella luce è il segno della sua totale appartenenza a Dio.

La quinta, infine, è la corona del rosario, quella della preghiera: un’infinità di preghiere sale a Dio per mezzo di Maria. È bello che quel piccolo strumento di preghiera abbia il nome di corona”.

Disponibili alla carità e al dono

Nella benedizione che si recita in occasione dell’incoronazione, “anche noi ci consacriamo al tuo servizio, ci rendiamo disponibili alla carità, nel dono senza riserve adempiremo la tua legge e condurremo a te i tuoi fratelli”. 

Al termine dei Vespri, fedeli e sacerdoti si sono inginocchiati per la cerimonia dello scoprimento dell’effigie, seguito in questa occasione dalla posa della corona aurea. Il gesto ha voluto ricordare l’incoronazione avvenuta il 23 giugno 1872, per mano del Vescovo Pierluigi Speranza.

Il parroco don Antonio Locatelli ha definito questo momento “importante per noi e per l’intera valle”, ringraziando il Vescovo per la sua presenza. 

I numerosi fedeli presenti sono poi saliti a piccoli gruppi sull’altare, la “Stanza dei Santi”, per la benedizione, accompagnata dalla preghiera delle orazioni della Novena e dai canti mariani.

I festeggiamenti per l’Apparizione ad Ardesio erano iniziati già mercoledì 22 giugno con la sentita processione, dalla parrocchiale al santuario, presieduta da padre Giovanni Bigoni, missionario nativo del paese.

Nella giornata di giovedì 23, invece, è stato presente ad Ardesio anche il Vescovo di Lodi, mons. Maurizio Malvestiti, che ha celebrato la Santa Messa solenne delle 10.30.