Estate, le chiese si svuotano, le sagre si riempiono. Suor Chiara: creare un clima gioioso anche nelle celebrazioni

Buongiorno suor Chiara,

Ho notato che in questo periodo la mia parrocchia è semivuota anche durante le Messe festive. L’unico momento in cui si riempie sono le serate di festa per le sagre. Come mai secondo lei molti d’estate perdono il desiderio di andare a Messa?
Isabella

Il tempo estivo è, da sempre, dedicato alle vacanze, allo svago, al riposo, cara Isabella; esso è per antonomasia il periodo delle ferie, dello “stacco” per una ripresa di forze fisiche, psicologiche e spirituali; le attività sociali, lavorative, formative si arrestano, lasciando ampio spazio al tempo libero e, per chi può, anche per il turismo e la villeggiatura. In questo contesto anche la frequenza alle celebrazioni eucaristiche festive risente di un notevole calo, le chiese si dimezzano, come se anche la fede andasse in vacanza. Con le sagre e con le feste patronali, però, esse tornano a riempirsi.

Balza allora il confronto con le chiese semivuote dei giorni precedenti o di quelli seguenti, e una domanda nasce spontanea: «Perché?».

Le feste popolari arrivano al cuore di tutti

Le feste popolari hanno il privilegio di “parlare immediatamente” al cuore di tutti; esse toccano le nostre sfere affettive, risvegliano la nostalgia di quella festa che ciascuno desidera, ci donano di sperimentare la gioia della relazione con Dio e tra di noi; ci aiutano a “sentire”, anche emotivamente, la nostra appartenenza alla parrocchia, a celebrare insieme le “origini” e le tradizioni della nostra comunità.

Tali eventi, però, sebbene raccontino e tramandino la vita e la storia del nostro territorio, corrono il rischio di rimanere fini a sé stesse e di non aiutarci a crescere in una fede sempre più adulta. Il “Direttorio su Pietà popolare e Liturgia” (Documento della Congregazione e la disciplina dei sacramenti 2002) afferma che «La religiosità popolare non si rapporta necessariamente alla rivelazione cristiana.

Ma in molte regioni, esprimendosi in una società impregnata in vario modo di elementi cristiani, dà luogo ad una sorta di “cattolicesimo popolare”, in cui coesistono, più o meno armonicamente, elementi provenienti dal senso religioso della vita, dalla cultura propria di un popolo, dalla rivelazione cristiana».

Le feste di paese vanno “evangelizzate”

Per questo motivo le feste di paese vanno evangelizzate. San Giovanni Paolo II, nel citato documento, asserisce che la «Pietà popolare non può essere né ignorata, né trattata con indifferenza o disprezzo, perché è ricca di valori, e già di per sé esprime l’atteggiamento religioso di fronte a Dio. Ma essa ha bisogno di essere di continuo evangelizzata, affinché la fede, che esprime, divenga un atto sempre più maturo ed autentico». 

Dalla celebrazione di ogni festa patronale, sovente arricchita da fantasiose e creative sagre, la comunità dovrebbe uscirne un poco più matura nella fede, maggiormente radicata nell’amore a Dio e al prossimo, affezionata alla vita liturgica e alla celebrazione dei sacramenti, disponibile a portare, con l’aiuto del Signore e dei fratelli nella fede, le responsabilità e i pesi della vita.

Eppure i conti non tornano! 

Dare alle celebrazioni eucaristiche un clima di festa e di gioia

Le celebrazioni eucaristiche domenicali, che dovrebbe essere caratterizzate da un clima di festa e di gioia per l’incontro con il Signore, talvolta sono fredde, pesanti, incapaci di parlare al cuore dei fedeli, nonostante l’impegno encomiabile dei presbiteri e dei laici.

Siamo consapevoli che, forse, qualcosa non funziona come dovrebbe nella nostra catechesi, nella preparazione ai sacramenti, nell’organizzazione della nostra pastorale e che la formazione cristiana andrebbe ripensata e reimpostata. 

Lo Spirito Santo, che è guida e che anima la Chiesa, ci ispiri i passi da compiere perché la liturgia domenicale riprenda nuovo vigore e rinnovata freschezza. Auguriamocelo vicendevolmente con tutto il cuore.

  1. La domanda è: cosa ci spinge ad “andare a Messa”? poniamoci tutti la domanda e darci una risposta. So che il mio desiderio principale è andare ad un incontro con un Amico, ma a volte percepisco che attorno a me ci sono altre priorità; il clima si fa più accogliente, quando la celebrazione è presieduta da un prete piuttosto che un’altro, oppure: il coro ha coinvolto l’intera assemblea a cantare, mentre sovente i canti non sono conosciuti e quindi c’è solo la capacità del coro ad essere attore con un’assemblea passiva, e anche laddove si dovrebbe considerare sito di villeggiatura, e dando quindi maggior cura nell’accogliere, le celebrazioni, sono di routine e poco frequentate con orari, a volte, non adeguati alle circostanze stagionali e che vedono i bambini o i ragazzi poco presenti. Penso che anche le celebrazioni in occasione delle sagre in occasioni dei “Santi patroni o di Maria” abbiano un calo di interesse prevalentemente dovuto alla disaffezione verso tutto ciò che è svolto per tradizione ma che con la “fede” non ha niente da spartire…(abbiamo una società disgregata a cui poco importa la comunità, il senso di condivisione, e l’accoglienza per chiunque…L’importante è fare come sempre si è fatto, senza cogliere l’opportunità di cambiare mentalità d’approccio…) “Che lo Spirito Santo, appunto, ci guidi e ci illumini” tutti, preti e laici… Buona Estate…

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