Tragedia Marmolada: “profondo cordoglio per la vita di troppe persone spezzata dal ghiaccio”

Proseguono le ricerche nel tentativo di trovare i dispersi, il giorno dopo il crollo di un grande seracco dal ghiacciaio della Marmolada.

“Il ghiaccio ha spezzato la vita di tante, troppe persone. Alle vittime e ai loro familiari va la nostra vicinanza e il nostro più profondo cordoglio. Di fronte a questa tragedia senza precedenti resta solo la forza dell’abbraccio fraterno, capace di portare un po’ di luce nel buio che tutti, in quest’ora, ci travolge”. Così l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, e il vescovo di Belluno, mons. Renato Marangoni, intervengono sulla tragedia avvenuta nel primo pomeriggio di domenica 3 luglio in Marmaloda. Al momento, il bilancio provvisorio delle vittime del crollo di un enorme seracco è di 7 morti, 8 feriti e 22 dispersi (17 italiani e 5 stranieri).

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime il più profondo cordoglio per le vittime del terribile crollo sulla Marmolada. Il Governo si è detto vicino alle loro famiglie e a tutti i feriti. In una nota di Palazzo Chigi è stato precisato che il presidente Draghi “è costantemente informato sull’andamento dei soccorsi dal capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, dal soccorso alpino, dai vigili del fuoco, dalle autorità locali, che ringrazia per il loro incessante lavoro”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, “per esprimere solidarietà ai familiari delle vittime della tragedia della Marmolada, riconoscenza ai soccorritori e vicinanza alle comunità locali”.

Intanto un’indagine di Coldiretti mette in risalto che “Belluno è la città italiana più colpita dal surriscaldamento con un aumento di 2 gradi che è causa di sconvolgimenti ambientali come lo scioglimento dei ghiacciai”.
Secondo la ricerca dall’European Data Journalism Network il capoluogo bellunese è quella che ha fatto registrare il maggior aumento di temperature nel ventunesimo secolo in confronto alla media del ventesimo secolo – spiega Coldiretti -, capeggiando una classifica che concentra proprio al Centro Nord quasi tutte le città italiane che hanno avuto il maggior innalzamento delle temperature: Piombino (+1,7 °C), Pavia, Piacenza (1,3 °C), Savona, La Spezia, Modena, Genova, Ancona, Bergamo, Livorno (+1,2 °C).

(Foto ANSA/SIR)