Castità. Apprendere l’arte dell’amare è impresa impegnativa

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Buongiorno suor Chiara. Sono rimasta molto colpita dal dibattito che si è svolto nei giorni scorsi intorno all’invito di Papa Francesco alla “castità” per i giovani. Sono una catechista e animo un gruppo di adolescenti, perciò so che questo è un argomento difficile da affrontare. Non penso però che quello che dice il Papa sia un “ritorno al medioevo” come dicono molti ma un modo per dare valore e rispetto al corpo e alla persona, un rispetto e un valore che oggi mi sembrano un po’ smarriti di fronte alla “libertà totale” di fare qualunque cosa venga in mente. Che cosa ne pensa? Ha qualche consiglio da darmi per affrontare bene questo tema così “spinoso”?Benedetta

Cara Benedetta, siamo in un tempo in cui tutto ciò che riguarda la sfera sessuale è ritenuta realtà da gestire personalmente, secondo le proprie scelte, dentro un proprio sentire che viene ritenuto segno di emancipazione e di libertà, anche sessuale. La cultura edonista nella quale viviamo non sopporta più termini come castità, celibato, verginità, considerati obsoleti e appartenenti ai secoli bui della storia. La mentalità odierna parla continuamente di diritti, di libertà di ogni tipo e genere, ma molto poco di doveri e responsabilità. Immersi in questa cultura del piacere è comprensibile che la promulgazione del recente documento Vaticano o del magistero del papa sulla castità, abbia provocato un acceso dibattito.

Il documento fornisce indicazioni sull’esercizio della sessualità durante l’itinerario che può portare un uomo e una donna al matrimonio e parla appunto di castità. Per capire occorre forse riferirsi anche ai termini: castus è colui che rifiuta l’incesto, che è la negazione della distanza, la non accettazione dell’alterità; non è casto chi rifiuta la fusionalità, il possesso, le cui conseguenze si possono vedere nell’eccesso di violenza e l’aumento di femminicidi. Castità non è da confondere con celibato o con l’astinenza della sessualità. La sessualità secondo la Bibbia è una cosa buona, ma il suo esercizio può essere vissuto come dono, come comunione, o come violenza, possesso o consumo sfrenato. La castità è l’arte di non trattare mai l’altro come un oggetto, di non cosificarlo, e mai farne un mezzo di consumo, uno strumento del proprio piacere. L’esercizio della sessualità deve essere vissuto nello spazio del dono, perché richiede un dare e un accogliere nella relazione viva di due persone che sanno sentire, parlare, fare con il corpo e con la propria interiorità, tutta la loro persona.

La castità è una cosa seria, una via assolutamente necessaria per l’umanizzazione e la crescita matura di una persona nell’affettività e nelle relazioni. Essa va vissuta nello spazio del dono, perché è rispetto del mistero che è la persona, è un richiedere e un dare, un accogliere e un donare nella totale gratuità dell’amore: è libertà dal possesso, Quanto bisogno abbiamo oggi di maturare una capacità di amare che sia gratuita e non un possedere la persona usandola per i propri scopi, amandola di amore malato! Quante relazioni ferite nell’amore, quante separazioni o fallimenti, quanto egoismo e immaturità nell’amore! La castità insegna, in ogni stato di vita, ad essere fedeli alla verità del proprio amore, come fidanzati o come sposi. L’amore va educato e l’atto sessuale che lo esprime va collocato in un orizzonte di totale gratuità e rispetto, oserei dire anche di pudore, perché è la forma della comunione e della relazione.

Comprendo come sia difficile educare oggi, i giovani a vivere l’amore in questa prospettiva, ma non bisogna desistere e occorre accettare questa sfida. Cara Benedetta, proponi percorsi che aiutino i giovani a crescere nelle relazioni, a sperimentare la bellezza del dono e della gratuità vigilando su tutte quelle piccole o grandi forme di possesso che fanno dei rapporti di amicizia o di affetto, relazioni possessive. Apprendere l’arte dell’amare è impresa impegnativa che va oltre “il sentire e il piacere”, ma sa accettare anche il rimanere in una relazione quando si sperimenta la fatica delle differenze, il limite o la delusione, il disincanto: allora inizia l’amore vero, quello gratuito e fedele. Non basta amare, occorre voler amare una persona, e continuare ad amarla anche quando la dimensione del sentimento cambia e non è più così effervescente. Amare così lo si apprende alla scuola di Dio che è amore. Puoi sfogliare la Bibbia e rileggerla alla luce di questo grande amore di Dio per l’uomo, che considera sacro l’amore umano, anche quello sponsale, narrandone la bellezza nel Cantico dei Cantici. Sì, la castità può aiutare a ritrovare la bellezza dell’amore vero, trasformandolo in un canto melodioso di libertà e armonia.