Il cambiamento della percezione di sè: Maura Gancitano al Festival delle Rinascite

Oggi la bellezza, o quello che si vuol far passare per tale, è dappertutto. In un mondo di immagini, di fiumi di colori e luci, e di continui stimoli figurativi, come ci si può muovere senza cadere in errore? Come si fa ad avere una corretta stima di ciò che ci circonda? Come si può lavorare sulla percezione di sè, in un mondo che punta sempre di più a somministrarci le grandiose apparenze di altri?

A queste e ad altre domande il Festival delle Rinascite di Nembro ha provato a rispondere intervistando, venerdì 1 luglio, Maura Gancitano, filosofa, scrittrice e cofondatrice di Tlon. A dialogare con lei, in coppia, due ragazzi di vent’anni, Francesco e Giulia, lettori dell’ultimo libro della Gancitano dedicato al tema: “Specchio delle mie brame – La prigione della bellezza”, edito da Einaudi.”.

Una prima domanda sull’importanza delle figure filosofiche nel mondo di oggi ha aperto la serata, con l’intellettuale siciliana che ha ribadito l’importanza di mantenere un contatto con il ragionamento e la ricerca della verità per avere più punti di vista e più interpretazioni possibili. In questo senso, la figura del filosofo è ancora un carattere chiave della modernità.
La discussione è poi entrata nel vivo nel toccare tematiche inerenti al libro, primo su tutti il concetto di bellezza. La canonicità del bello è, secondo la Gancitano, una costrizione completamente sociale, non naturale, interpretata quasi come una prigione, che deriva da un’impostazione della società borghese e capitalista e si propone di dire alle donne cosa devono o non devono fare e come si devono o non devono mostrare. A testimonianza della sua affermazione, un dato interessante: ancora oggi le donne hanno, in totale, quattro settimane di tempo libero in meno degli uomini ogni anno, anche a causa della questione del prepararsi prima di uscire.


Altro problema di questo fenomeno della bellezza, socialmente connotato, già anticipato da Simone de Beauvoir, è l’oggettivazione. La donna, come affermava la stessa filosofa francese, è sempre vista come altro, e lo testimoniano anche interessantissimi esperimenti sul movimento oculare fatti negli ultimi trent’anni. Di fatto, l’immagine sessualizzata della donna viene percepita dai nostri occhi come una cosa, e questo non è un problema che affligge soltanto le donne “normali”, ma anche donne che operano nel mondo dello spettacolo e della modo. La stessa Emily Ratajkowski, supermodella statunitense, ha una prospettiva molto critica e riconosce che il suo lavoro ha influito sul rapporto tra lei ed il suo corpo.

Interessante è stata la risposta della Gancitano alla domanda successiva, sullo stesso argomento, ma declinata nel merito dei social e su quanto essi possano influire su una percezione sbagliata di sé: la filosofa infatti ha lasciato la parola ai ragazzi, i quali hanno entrambi confessato di faticare a stare al passo con la comparazione costante della propria vita con quella degli altri che offrono piattaforme come Instagram, e di conseguenza di aver cancellato le app per evitare che i loro lati negativi sopraffacessero quelli positivi. La scrittrice ha approfittato dello spunto per dire la sua, di nuovo puntualizzando come nell’era dei social network sia presente questo processo di vetrinizzazione della persona. La conseguenza è il nostro senso di inadeguatezza di fronte al mercato e all’ostentazione di ciò che consideriamo il “resto”. L’obiettivo è quindi smantellare l’importanza di queste cose, che in realtà importanti non sono per nulla, e uscire da questo loop di fondamentalizzazione dell’apparenza.
Certo, afferma la Gancitano, non è facile spezzare questo circolo. Il primo passo per costruire
un’immagine positiva è, in realtà, rendersi conto di quanto la nostra frustrata ricerca della perfezione creata dalla società sia impegnativa e occupi tempo, in un processo che porti ad una consapevolezza completa e ad un vero e proprio cambiamento del modo di percepire noi stessi e gli altri, in modo da poter vivere assieme a loro una vita buona, che non ci faccia comunque perdere la nostra individualità.

E’ possibile seguire l’incontro completo a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=0zX3RAiPGMo