La Bibbia, dono e compito. Una guida per il cammino di oggi

Ci può aiutare a capire come ricollocare lo spirito cristiano, in questo oggi insieme materialissimo e virtualissimo, La Bibbia e il suo oggi. Dono e compito (San Paolo), trentotto riflessioni su “intenzioni di preghiera” del compianto teologo Armido Rizzi.

Abbiamo spesso parlato di quanto oggi la fede sia immersa in un mondo in continua trasformazione, e di quanto essa sia diventata, anche per i non credenti (lo abbiamo constatato anche nel dialogo costante tra papa Francesco e il non credente Scalfari, recentemente scomparso), parte integrante di un discorso complessivo che investe tecnologia, scienza, cultura, politica e tanto altro.

Cosa rimane nella quotidianità del “Libro dei libri”?

Alcuni si pongono la questione di cosa rappresenti quella Bibbia che è stata elemento base di tante separazioni e nel contempo faro perenne nel cammino umano. Cosa rimane del Libro dei libri nella quotidianità di un mondo sempre meno attento allo spirituale, impegnato nella corsa dettata dai grandi mercati e trasformata in un sogno di sempre maggior benessere, felicità, corporeità, un mondo preda di reali carestie, migrazioni, violenze e guerre? Ce lo chiediamo spesso anche solo andando in giro in città e paesi, dove i vuoti nei luoghi di culto e i pieni dei centri commerciali, l’indifferenza per qualsiasi cosa sia “obbligatoria” e rituale (come se l’ipermercato non fosse ormai un obbligo e un rito senza spirito) saltano agli occhi, a patto che siano occhi che sappiano ancora vedere.

Ci può aiutare a capire come ricollocare lo spirito cristiano, in questo oggi insieme materialissimo e virtualissimo, La Bibbia e il suo oggi. Dono e compito (San Paolo, 248 pagine, 22 euro), trentotto riflessioni su “intenzioni di preghiera” del compianto teologo Armido Rizzi (1933-2020), grande esperto di filosofia della religione e dei testi sacri, riorganizzate e armonizzate da Carmine Di Sante, autore anche della postfazione sul pensiero rizziano, anche lui teologo e soprattutto esperto e promotore del dialogo ebraico-cristiano, che rappresentano la possibilità di (ri)attualizzare le radici bibliche della nostra fede.

Ricominciando dall’altro, elemento fondante del pensiero di Rizzi, perché l’altro è reale, in carne, ossa e spirito, e non un’immagine olografica che possiamo rimuovere e riprendere a piacimento, un bel contorno virtuale. Qui si parla di un altro che bussa, -non sempre, spesso sta per strada- alle nostre porte, che ha fame non solo di cibo ma anche di una parola e di uno sguardo senza la mediazione dello schermo di un cellulare.

Le riprese della Bibbia e dei suoi richiami allo “straniero dimorante presso di voi nel vostro paese” sono parte integrante di un discorso molto più vasto che l’autore tenta di ricucire in opposizione alla mediazione della filosofia greca, soprattutto il platonismo, che il teologo vede come allontanamento dallo spirito originario delle Scritture.

Una guida fra i segnali web di oggi

Ma non è il discorso culturale che qui interessa, perché questo libro è soprattutto una guida nel bosco di cemento e segnali web del nostro oggi. La solidarietà personale, fisica e spirituale, è l’elemento base di questa vecchia-nuova strada, la riproposizione di un vero e proprio miracolo che neanche la medicina può fare: “tenere compagnia all’infermo, dargli la gioia di una vicinanza umana”. È la presenza nel qui e nell’ora per l’altro e dell’altro, a prescindere dall’eventuale ringraziamento. Perché dignità umana, scrive Rizzi, è “il nome laico della gratuità dell’amore divino”, e su questa gratuità ci sono pagine e pagine in cui l’autore riversa il suo impianto teologico e ideale.

Anche la posizione di minoranza del cristiano nel mondo è affrontata in modo realistico e senza false illusioni, tendo conto dei rischi che comporta questa minorità, soprattutto il fondamentalismo e il liberismo esasperato. L’insegnamento pragmatico di Gesù, la sua concreta azione fisica, è fatta anche di servizio verso l’altro, come nel caso, qui citato, della lavanda dei piedi. Il Vangelo della Carità è il nucleo di questo complesso lavoro, frutto di creazione, di riordino e di commento, che ci indica una delle poche realistiche strade nel cammino del nostro oggi: spegnere la virtualità rassicurante e riprendere a sfiorare realmente -e spiritualmente- l’altro.