Santa Maria delle Grazie, l’antico complesso compie 600 anni

L’antico complesso di Santa Maria delle Grazie, allora formato dal convento dei Francescani Osservanti e da una chiesa, ha raggiunto i 600 anni di vita.

La costruzione fu decisa da San Bernardino da Siena

La sua costruzione fu decisa da San Bernardino da Siena, presente a Bergamo fra il 1419 e il 1422 per una memorabile attività di predicazione e di pacificazione fra le interminabili lotte cittadine tra guelfi e ghibellini. Colpito da una sua predica, Pietro Ondei di Alzano Lombardo donò al santo un terreno (sul luogo ove ora sorge la sede del Credito Bergamasco e zone limitrofe) perché vi fossero edificati un convento e una chiesa. La prima pietra del complesso venne posta seicento anni fa, esattamente il 27 giugno 1422, alla presenza del vescovo Francesco Aregazzi. Per secoli fu un faro di fede per la città. L’intero complesso venne soppresso nel 1810 dalla dominazione francese, a cui allora era sottoposta Bergamo. L’anno successivo venne trasformato in pia casa di ricovero per mendicanti, inabili al lavoro, poveri, malati, pazzi e in seguito per anziani. Nel corso del 1900 divenne sede del Credito Bergamasco. La chiesa venne invece soppressa nel 1856 per la costruzione del viale che porta alla stazione.

L’attuale chiesa parrocchiale delle Grazie venne costruita con le offerte della diocesi per impulso dell’allora vescovo Pierluigi Speranza in ricordo perenne del dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato l’8 dicembre 1854 da papa Pio IX. Il 1° maggio 1857 venne posta la prima pietra della chiesa, che fu consacrata dal vescovo Speranza il 7 dicembre 1875 e da lui eretta in parrocchia il 31 ottobre 1878.

Il messaggio del vescovo: “Farsi prossimi alle periferie esistenziali”

In occasione del 600° anniversario, il vescovo Francesco Beschi ha inviato un messaggio al prevosto monsignor Valentino Ottolini, in cui afferma: «Un fare memoria che ci ricorda il ruolo di questa chiesa nello sviluppo della città nel corso dei secoli: oggi come allora possa essere segno di una comunità che testimonia il Crocifisso Risorto nel servire la vita dove la vita accade, nel farsi prossimo alle periferie esistenziali della nostra storia».

«Seicento anni fa — racconta il prevosto monsignor Valentino Ottolini — il complesso del convento e della chiesa delle Grazie fa sorgeva in mezzo ai campi. La scelta del luogo per la sua costruzione fu un gesto profetico, perché allora nulla faceva pensare che diventasse il centro cittadino. Quella scelta esprimeva già allora la volontà di voler evangelizzare stando in mezzo alla gente. Infatti, i Francescani Osservanti costruivano i loro conventi fuori dalle mura cittadine per essere a contatto con la gente del contado». La chiesa parrocchiale delle Grazie sorge in pieno centro città e la impegna in una nuova missione.  «Da molto tempo ormai — prosegue monsignor Ottolini — quel luogo è diventato il cuore della città. Ora la comunità delle Grazie è una “periferia centrale”. E allora ci potremmo chiedere se non è il caso di riprendere l’iniziativa di San Bernardino, cioè di uscire di nuovo dal centro della città per andare fuori le mura, cioè andare in periferia. Come da tempo vado ripetendo, credo che la missione della comunità delle Grazie di essere Chiesa in uscita non sia terminata, anche se assume un’altra forma, perché oggi le periferie non stanno soltanto fuori dalla città».

Una periferia nel centro della città: “Siamo chiesa in uscita”

«Sempre più constatiamo — aggiunge monsignor Ottolini — che qui nel centro c’è una periferia centrale. Soprattutto questa parte del centro, dai propilei alla stazione, sta diventando una periferia per problemi che toccano ordine pubblico, abitazioni e commercio. Sono questioni che, attraverso la neonata rete del centro, sono state evidenziate. Credo che la nostra comunità parrocchiale debba continuare questa missione ispirata a San Bernardino, cioè di essere Chiesa in uscita, non andando altrove ma restando nel centro». La parrocchia delle Grazie ha un attivo centro culturale che propone diverse iniziative, per esempio il «Dies Bernardinianus», con interventi su temi storici, artistici e spirituali. Ogni anno inoltre, rilanciata dal prevosto, si celebra la festa del Santo Jesus in memoria di due avvenimento prodigiosi.

  1. Siano benedetti questi luoghi sacri.
    Che sia benedetto il Vostro lavoro per conservarlo e proteggerlo per le generazioni a venire,

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