Crisi di governo, il cardinale Zuppi: “È tempo di ricostruire il senso di comunità”

Foto Siciliani Gennari Sir

Un “sentito ringraziamento” al presidente Mario Draghi e “a tutto il governo da lui presieduto per lo sforzo di questi mesi così difficili e per il metodo di lavoro che lo ha distinto” perché “comporre visioni discordanti in un unico interesse unitario credo resti metodo indispensabile anche per il futuro”.

Così il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, in una dichiarazione sulla situazione sociale e politica del Paese. “In questo momento così decisivo e pieno di rischi per l’Italia e l’Europa, desidero rinnovare il forte appello alla responsabilità individuale e collettiva per affrontare la prossima scadenza elettorale.

L’indispensabile interesse superiore impone di mettere da parte quelli personali o individuali, per affrancare la politica da tatticismi ormai, peraltro, incomprensibili e rischiosi per tutti. Dobbiamo pensare alla sofferenza delle persone e garantire risposte serie, non ideologiche o ingannevoli – precisa Zuppi -, che indichino anche, se necessario, sacrifici, ma diano sicurezza e motivi di speranza. Il fondamentale confronto politico non deve mancare di rispetto e deve essere improntato alla conoscenza dei problemi, a visioni comuni senza furbizie, con passione per la cosa pubblica e senza agonismi approssimativi che tendono solo a piccoli posizionamenti personalistici e non a risolvere le questioni. La crisi, insomma, può, anzi, deve essere una grande opportunità per ritrovare quello che unisce, per rafforzare il senso di una comunità di destino e la passione per rendere il nostro Paese e il mondo migliori”.

“Le pandemie ci hanno reso tutti consapevoli della vulnerabilità, di come può essere messo in discussione quello che appariva sicuro, come tragicamente vediamo con la guerra e le sue pericolose conseguenze internazionali.

Dal dopoguerra non abbiamo mai vissuto una congiuntura così complessa, a causa dell’inflazione e delle diseguaglianze in aumento, del debito pubblico che ha raggiunto una dimensione enorme, del ritorno a un confronto tra blocchi che assorbe enormi energie e impedisce lo sviluppo, dell’emergenza climatica e ambientale, della difficoltà del mondo del lavoro con la condanna al precariato con il suo carico di fluidità”.

In una dichiarazione sulla situazione sociale e politica del Paese il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, ricorda che “le fragilità emerse con la pandemia del Covid, ad iniziare dagli anziani non autosufficienti, le persone disabili, i tanti malati psichici, la tanta e atroce solitudine, richiedono una protezione della persona efficace che solo uno straordinario impegno può permettere. È quello che Papa Francesco chiama amore politico. Non possiamo costruire il futuro delle prossime generazioni avendo come unico orizzonte il presente, perché gli interessi di corto respiro diventano inevitabilmente interessi di parte, individuali”.

“Si presenta, inevitabile, l’ora dei doveri e delle responsabilità per cui la politica dovrà trovare il più virtuoso punto d’incontro tra ciò che è buono e ciò che è realmente possibile perché le risorse esistenti non vadano sprecate ma collocate al servizio del bene comune e dell’intera popolazione”. È l’appello del card. Matteo Zuppi, presidente della Cei: “È un tempo nel quale dobbiamo ricostruire il senso di comunità, in cui, come ha ricordato il presidente Mattarella, occorre un ‘contributo costruttivo’ da parte di tutti, specialmente di chi sceglie di impegnarsi nella vita politica. E ci auguriamo siano tanti e con tanta e profonda motivazione per il bene comune”. Il prossimo 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, la Conferenza episcopale italiana è stata invitata a compiere il gesto dell’offerta dell’olio per la lampada votiva sulla tomba del Santo: “Sarà un momento di gratitudine per quanti stanno aiutando il popolo italiano a far fronte agli effetti della pandemia. Sarà anche occasione per una preghiera speciale per l’Italia e per la pace”, conclude il presidente della Cei.

  1. Dalle parole di Zuppi, si evince che la Chiesa sarà e dovrà essere parte fondamentale affinché quel senso di “comunità” non venga meno con fatti concreti e non solo a parole! Parecchie sovrastrutture, personalismi e ambiziose prese di “potere” da parte dei laici ma anche dei prelati, dovranno essere posti in un’ ottica di servizio al bene comune e non della singola struttura, individuo o per tornaconti personali… fare “comunità” significa, a mio modesto parere, essere al servizio dell’intera comunità, indistintamente e senza alcuna esclusione, facendo parecchi passi indietro a livello personale, allargando e aggiungendo ciò che è “altro”… Al momento nella politica italiana, a vista d’occhio, questo traguardo è lontano, e, sarebbe opportuno, che tutti ci mettessimo il “grembiule” per servire e non per essere serviti, e, una volta preso il “potere”, si faccia ciò che è necessario per il bene di tutti e non solo per chi è amico o opportunamente accolito, anche a costo di prendere decisioni controcorrente ma che sanno di “buono” lungimirante….Auguri Italia, auguri Europa, auguri a tutti i Paesi del mondo!

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *