Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Tre strumenti per cambiare il mondo

Non sarò mai abbastanza cinico
Da smettere di credere
Che il mondo possa essere
Migliore di com’è
Ma non sarò neanche tanto stupido
Da credere che il mondo
Possa crescere se non parto da me

Brunori Sas, Il costume da torero

Questa strofa conclude un brano diviso in due parti: una prima caratterizzata da un ottimismo infantile, in cui sembra che i problemi del mondo possano essere risolti con una magia, in un istante. La seconda, invece, è espressione di un realismo che porta l’autore ad evidenziare la presenza di problemi e di difficoltà che richiedono una soluzione. Infine, l’ultima strofa fa una sintesi tra le due parti precedenti.


Oggi, nella nostra visione del mondo, sembra prevalere lo sconforto: una successione di eventi quali la pandemia, le guerre, la crisi climatica ci inducono a pensare che l’umanità stia rotolando di tragedia in tragedia, e la portata enorme di queste vicende sembra suggerirci che non è possibile a noi “piccoli” cambiare le cose, ci fa sentire irrilevanti.
Eppure noi cristiani abbiamo almeno tre strumenti da mettere in campo per cambiare il mondo, e questi, come dice la canzone, sono alla portata di tutti, “partono da me”.

Il primo é la speranza. Speranza che non è un vano e superficiale ottimismo, non è pensare che “andrà tutto bene”. La speranza cristiana viene da un fatto di fede: la morte, il male sono stati vinti, e quindi, anche laddove essi sembrino prevalere, hanno in realtà i giorni contati. Ciò non significa ignorare il male, ma attraversarlo sapendo che Dio stesso, nella persona di Gesù, lo ha attraversato, si è caricato di ogni croce, ha sofferto insieme a noi ed ha vinto la morte. Ciò non deve farci sottovalutare o ignorare ciò che succede, ma deve darci conforto lungo la strada e farci vedere la “luce in fondo al tunnel”.
Il secondo strumento è la preghiera. In un contesto che ci sprona continuamente all’azione, ed anzi, vede nel risultato concreto ed immediato il senso delle cose, pregare sembra inutile. Noi stessi siamo tentati di ridurre la preghiera ad un banale momento di riflessione su di sé o di benessere interiore, scollegato dalla realtà. Invece la preghiera può avere effetti strabilianti, donandoci la forza per agire, per compiere scelte, e può persino interpellare l’azione di Dio. Agli occhi della nostra mentalità potrebbe sembrare una soluzione ai limiti della magia, ma la preghiera è uno strumento estremamente potente per cambiare noi stessi ed il mondo. Che cristiani saremmo, infatti, se non trovassimo il senso del nostro agire in Dio, nella sua Parola e
nella sua presenza?
Infine, il terzo strumento, l’agire. Anche questa, di fronte ai problemi globali, sembra un’arma spuntata. Cosa può fare l’azione di un singolo uomo di fronte a questioni di portata globale? Si può fare più di quanto sembri, anche con poco. Nell’ultimo campo degli adolescenti abbiamo accompagnato i ragazzi alla scoperta delle figure chiave della lotta alla mafia. È emerso, invece, che il cambiamento non è stato portato solo dall’opera delle figure che appaiono eroiche, ma dalle scelte delle persone comuni. La lotta alla mafia passa dalla scelta di ogni negoziante che decide di non pagare il pizzo, di ogni testimone che decide di non tacere, di ogni padre e madre che decide di educare i propri figli al rispetto ed alla legalità. Allargando il campo, si può vedere come le piccole azioni quotidiane possono avere un effetto devastante, in positivo o in negativo, sulla vita di chi sta vicino. A volte bastano una piccola attenzione, un saluto, una battuta, un abbraccio per dare inizio ad una relazione significativa. Non si cambia il mondo se non si parte da sé, dal proprio raggio di azione.


Di fronte all’invito a cambiare noi stessi ed il mondo spesso si oppone un argomento: le condizioni lo proibiscono. Vorrei cambiare certe cose in me e nella mia parte di mondo, ma tutta una lista di motivi e di ostacoli me lo impediscono.
Questo argomento spesso maschera una pigrizia interiore, facendo ricadere le cause della mancata azione fuori da noi. In realtà, in qualsiasi contesto ci troviamo abbiamo la possibilità di cambiare qualcosa, di essere felici e di contribuire alla felicità altrui. Essa, infatti, non è questione di circostanze: in qualsiasi situazione sono possibili la speranza, la preghiera, l’azione. A tutti, in ogni momento, è sempre data la possibilità di cambiare il mondo, partendo da sé stesso.