Le vite fiorite di suor Laura. Maria Chiara Mangiacavallo, una giovane che si ribella ma nella sofferenza sceglie di “brillare”

Non è detto che si possa rimanere fedeli e vicini a Dio per tutta la vita, ha un grande valore la capacità di cambiare opinione, di saper ritrovare la strada e di convertirsi come accade a Maria Chiara Mangiacavallo, morta a trent’anni per una grave malattia. È una delle protagoniste delle “vite fiorite” raccolte da Suor Laura Fontana e presentate sui suoi canali social, raccogliendo riflessioni e commenti. Suor Laura fa parte della congregazione delle Sacramentine, vive a Bergamo. È anche un’insegnante e nel tempo ha realizzato con impegno la sua vocazione educativa: non solo dal vivo accanto ai ragazzi delle scuole ma anche nel mondo dei social network. Ha vivaci profili social attraverso i quali offre quotidianamente agli “amici virtuali” spunti interessanti di riflessione, e raccoglie le reazioni e i commenti di chi legge come arricchimento per tutti. Ognuna delle sue “vite fiorite” porta scoperte interessanti che possono attecchire come semi nei cuori di chi legge.

Quando Dio chiede a Maria Chiara di “brillare”

Maria Chiara Mangiacavallo (1985-2015) grazie alla fede che le trasmette la famiglia, partecipa, sin da adolescente, ai diversi corsi organizzati dai frati di Assisi, tra cui il corso vocazionale, la marcia Francescana e due viaggi in Terra Santa. Durante uno dei suoi viaggi,  precisamente nel 2008, il Signore parla fortemente al cuore di Maria Chiara chiedendole di “brillare”. Davanti a questa richiesta forte di Dio, si intimorisce e decide di tagliare per cinque anni i ponti con la fede e con chiunque gliela ricordi.

Una vita disordinata di ribellione, poi il cambiamento

Nel 2010 viene colpita da un grave tumore che esige pesanti cure. La giovane si ribella a Dio e inizia una vita disordinata e lontana dal Suo Amore. Dopo essere venuta a conoscenza della storia di Chiara Corbella e della sua vita piena di Luce, si riaccosta alla Parola di Dio. Anche lei desidera che la sua esistenza brilli come quella di Chiara. Nella sua sofferenza, definisce il suo “trasloco” nel regno dei cieli come un Matrimonio Eterno. Lascia un testamento spirituale in cui vede nella morte una speranza di resurrezione e incontro con Cristo, fedele e giusto.