Dopo la pandemia tornano i pellegrinaggi. Suor Chiara: in questi cammini si esprime il desiderio di rinascita interiore

Buongiorno suor Chiara,
dopo le limitazioni della pandemia, quest’anno sono “tornati di moda” i cammini, primo fra tutti quello di Santiago, dove nei primi mesi dell’anno, secondo quanto ho letto, si sono recati oltre 200 mila pellegrini. Oggi sono solo “una moda” oppure hanno davvero a che fare con la fede? Lei che cosa ne pensa? Grazie e un saluto, Giulia

Da sempre, cara Giulia, i grandi cammini verso gli antichi santuari hanno espresso il profondo bisogno, insito nel cuore umano, di ritrovare sé stessi, Dio, i fratelli e il creato; attraverso un itinerario fisico impegnativo, come è quello del cammino, infatti, si esprime quel desiderio di rinascita interiore che abita l’esistenza.

Tale pratica devozionale era frequente nel Medio evo: prima di partire, però, al pellegrino era chiesto una seria preparazione, innanzitutto perdonando i nemici, poi saldando i debiti attraverso donazioni alla Chiesa per il bene dell’anima, e infine confessando i propri peccati “perché, – dicevano – senza un pentimento sincero, il viaggio era inutile”. A quel tempo, molti erano i motivi per i quali ci si recava a piedi verso le grandi mete della cristianità: si partiva, per esempio, per adempiere un voto o per espiare un crimine commesso, per ottenere indulgenze per sé o per i propri cari o per tentare di ottenere una cura miracolosa. 

Anche ai nostri giorni questa pratica “devota” è tornata “di moda” e i numeri non mentono; solo questione “di moda”? Credo proprio di no! Essa è un segno evidente che il cuore dell’uomo ha urgenza di riscoprire la dimensione interiore e spirituale della propria vita, a costo di esperienze forti, come quella del cammino. Anche se diversamente motivato, questo implica e manifesta una nostalgia di infinito, di trascendenza; ci ricorda, infatti, che siamo fatti per il cielo e che il nostro cammino su questa terra è un pellegrinaggio verso la meta dell’infinito, la Gerusalemme Celeste. 

Il pellegrinaggio a piedi non è una gita turistica e nemmeno un’escursioni campestre per riscoprire la natura e ricuperare la relazione con il creato, (anche se ciò non è escluso), ma un vero e proprio viaggio “sacro”, un itinerario dello Spirito, da viversi secondo lo Spirito. 

I numerosissimi pellegrini che, anche ai nostri giorni, si incamminano verso mete significative della cristianità vivono un’esperienza di fede e di umanità, in un contesto di provvisorietà, di essenzialità, di fiducia nella provvidenza, di silenzio, di fraternità, di conversione. Sì, un’esperienza di conversione e di riscoperta dei cardini essenziali della propria vita che aiuta a rifocalizzare il senso dei propri giorni e del proprio andare. Arricchito dalla vicinanza di tanti altri pellegrini che si fanno compagni nel cammino, il viaggiatore sperimenta la bellezza di condividere con altri la fatica dell’andare, i momenti di sosta, quali occasioni privilegiate di conoscenza reciproca e di dialogo. Passo dopo passo, egli si scopre bisognoso dei fratelli, della relazione reciproca con quanti camminano al suo fianco e cresce in una rinnovata fiducia nei fratelli.

Così, mentre i passi avanzano sulle strade polverose o tra i boschi delle antiche vie, il viandante compie un viaggio interiore alla ricerca del proprio volto e del vero volto del Padre, tanto da poter guardare, con sincerità e coraggio, alla propria realtà, cogliervi ciò che “è di troppo”, e ritornare alla propria quotidianità rinfrancato interiormente. 

Infine, il pellegrinaggio è da sempre considerato la migliore metafora dell’esistenza umana; ciascuno è invitato a vivere la propria avventura umana con i medesimi atteggiamenti con i quali si compie un pellegrinaggio a piedi: la disponibilità alla fatica e all’imprevisto, la curiosità, l’affidamento, la fiducia nella provvidenza, la sobrietà, l’essenzialità, la chiarezza di obiettivi e di ideale, la condivisione, ecc. 

L’avventura della vita è da affrontare non come vagabondi, “né come turisti, né tanto meno come camminatori, ma con lo spirito e il cuore del pellegrino che, oltre a cercare, sa inginocchiarsi quando è necessario” (cfr. san Riccardo).

Buon cammino a tutti! Buon pellegrinaggio, sulle strade della vita!