13 giovani da Osio Sotto a Scampia per sperimentare il valore del servizio

13 giovani da Osio Sotto a Scampia. Dal proprio oratorio in viaggio verso una meta fuori dal comune. Per un’esperienza che lascia il segno, dove gli incontri diventano fucina di crescita.

Don Gabriele Bonzi, direttore dell’oratorio, quest’estate ha pensato di proporre ai suoi ragazzi di esportare l’esperienza del CRE in un contesto nuovo, a 800km di distanza. Dal 24 al 31 luglio il gruppetto di giovani dell’oratorio, di età compresa tra i 16 e i 25 anni, ha soggiornato e operato nel quartiere di Napoli.

“L’esperienza è nata perché ho sentito altri oratori che avevano vissuto negli anni scorsi questa esperienza e ne ho avuto un buon ritorno – inizia a raccontare don Gabriele -. Ho preso contatti con suor Debora, una bergamasca della Congregazione delle Poverelle che opera a Scampia e con lei ci siamo organizzati per vivere questa settimana”

L’esperienza estiva si è innestata sul cammino vissuto dai giovani in oratorio durante l’anno, dedicato ai temi della gratuità e del servizio. “Siamo scesi con 12 giovani e abbiamo fatto un CRE con i ragazzi di Scampia – prosegue don Gabriele -. L’idea che ci ha mosso è che una cosa per noi scontata, ovvia, laggiù non è conosciuta e allora abbiamo provato a portare questa esperienza per noi ordinaria in un contesto nuovo”.

Non c’è stato solo il CRE: nella settimana in Campania i giovani si sono dedicati anche ad altro. “Abbiamo vissuto anche alcuni incontri con testimoni che si occupano di carità in quelle zone, come i frati francescani e la Caritas. Siamo stati anche a fare visita nelle famiglie. Abbiamo incontrato un gruppo che sta portando avanti il progetto di organizzazione di bed and breakfast famigliari”.

Un’esperienza così ha lasciato un segno profondo in tutti i giovani che vi hanno preso parte. “Credo abbia lasciato uno sguardo nuovo su una realtà verso la quale abbiamo tanti pregiudizi. Abbiamo incontrato non una realtà di delinquenza ma una realtà di degrado, ma allo stesso tempo anche di grande riscatto, che ha ombre ma anche luci. Abbiamo trovato dei segni di rinascita importanti e significativi”.

E come ogni viaggio al ritorno non c’è solo la nostalgia ma anche la necessità di guardare avanti. “Il ritorno dei ragazzi penso sia stato buono, sicuramente è stata bella la possibilità di incontrare una realtà e una cultura diversa dalla nostra ed è stato arricchente per entrambi. Penso sia stato buono anche il ritorno per l’oratorio: i nostri giovani si sono saputi spendere gratuitamente anche fuori dai nostri confini”.

“Giorno dopo giorno i pregiudizi con cui eravamo partiti si sono smontati, conoscendo la realtà e le persone che abitano quel quartiere di Napoli – racconta Fabio, uno dei giovani di Osio che ha vissuto l’esperienza -. Ci ha colpito la voglia delle persone di volersi riscattare, la loro voglia di vivere e mettersi in gioco, la dignità”.

Diverse persone hanno aperto le porte delle proprie case ai ragazzi bergamaschi. “Hanno uno spirito di accoglienza gigantesco – racconta ancora Fabio -. È stato molto toccante sentire i racconti dei ragazzi: i loro sogni, ma anche i loro dubbi sul futuro”.