Genitori e droga: stare di fronte ai ragazzi come perfetti equilibristi

“In casa nessuno ha mai fatto uso di sostanze e lui dovrebbe sapere quanto è pericoloso… allora perché lo fa?”

“Come faccio ad accorgermene?”

“Nel suo gruppo di amici ci sono ragazzi che usano sostanze… mio figlio saprà resistere?”

“Come posso intervenire?”

“Ci ha fatto delle domande sulle sostanze…. Cosa dobbiamo fare?”

“Ci ha chiesto se noi da giovani abbiamo avuto qualche esperienza con le sostanze…Cosa dobbiamo rispondere?”

Queste sono le domande che più spesso emergono da parte dei genitori che si trovano a camminare insieme ai loro figli preadolescenti e adolescenti nel campo minato delle sostanze e delle dipendenze.

L’argomento è fra i più spinosi, spesso non si sa cosa dire

L’argomento è fra i più spinosi e insidiosi, spesso non si sa cosa dire e come dirlo e anche i ragazzi, pur ostentando la sicurezza e padronanza tipiche di questa fase del ciclo vitale, anche su questo tema, sono spesso combattuti fra curiosità, voglia di trasgredire, sperimentare e tanta paura.

Come sempre i genitori di fronte al ragazzo che si droga o si sbronza devono saper essere “esperti equilibristi”. Possono essere travolti da un flusso di informazioni e di pensieri che oscillano tra la paura e la rimozione del problema, rimanendo incerti su quale debba essere il loro comportamento.

Trovarsi di fronte alla scoperta che un figlio fa uso di sostanze è un’esperienza disarmante, che mette in discussione e rischia di intaccare un equilibrio già fragile come è quello del rapporto con un figlio adolescente. La reazione che avranno i genitori difronte al ragazzo che fa uso di sostanze è uno degli elementi che influenzeranno l’evolversi della situazione.

Drammatizzare, terrorizzare o minimizzare non risultano atteggiamenti funzionali e fanno apparire gli adulti, agli occhi dell’adolescente, poco competenti e non sufficientemente strutturati e affidabili. Come del resto avviene per altri problemi durante questo delicato periodo della vita dell’adolescente e la sua famiglia.

Documentarsi per sapere di più sulle sostanze

È opportuno, in questo caso, che i genitori si documentino cercando di acquisire maggiori conoscenze su cosa sono le sostanze, come agiscono, cosa provocano, quali sono le conseguenze di uso e abuso, così da potersi relazionare in modo credibile nelle indicazioni e nei suggerimenti.

Si tratta di interventi che possono essere anche fatti insieme ai propri figli per aiutarli a comprendere i rischi connessi all’uso e abuso di sostanze, rendendoli consapevoli. In questo modo si favorirà la comunicazione, restando disponibili all’ascolto e al dialogo aperto. Nel flusso comunicativo all’interno del nucleo familiare sarebbe opportuno che queste tematiche non venissero affrontate all’emergenza, ma diverso tempo prima, in modo adeguato alla capacità di comprensione dei figli nelle diverse fasce d’età.

Il messaggio deve essere: “Con noi puoi parlare di ogni cosa. Ci siamo e affronteremo qualunque problema insieme, se commetti un errore puoi venire da noi”. Da ciò deriva la necessità di non assumere un atteggiamento intimidatorio, ma di parlare chiaramente del fatto che la dipendenza è una malattia e come tale va affrontata e curata, quindi astenendosi da giudizi moralistici (può succedere a chiunque). Questa maggiore apertura renderà anche più facile notare eventuali cambiamenti nei comportamenti, al fine di cogliere potenziali segnali di rischio. Questo confronto deve avvenire all’interno del nucleo familiare, ma se si ritenesse necessario, concordi col figlio, si disponga una consulenza esterna pubblica o privata dove operano professionisti competenti sulle dipendenze.