Progetto Fileo a San Paolo d’Argon: l’incontro fra culture inizia dalla bellezza

Mettersi in gioco per far crescere il dialogo tra culture. Costruire ponti, ma soprattutto generare bellezza. Nel logo del progetto Fileo si vedono le tessere di un mosaico e un intreccio di fili colorati: immagini che richiamano l’unione fertile di persone, storie, talenti, traiettorie.

Una caratteristica che si ritrova anche nella genesi del progetto, frutto della collaborazione di Caritas bergamasca, Ufficio Migranti, Ufficio missionario e Fondazione Bernareggi, soggetti che hanno unito le loro specializzazioni e competenze per dare vita a qualcosa di nuovo.

“Un luogo di formazione – sottolinea don Sergio Gamberoni, direttore dell’Ufficio Migranti -, con sede nell’abbazia di San Paolo d’Argon, che offre competenze nell’operare ovunque ognuno si trovi: docente, catechista, insegnante, operatore, comunque implicato in un contesto interculturale, capace di cogliere cosa c’è in gioco”.

Tre giorni di appuntamenti “InAbbazia”

Avviato un po’ in sordina negli anni della pandemia, il progetto Fileo trova ora l’occasione di essere valorizzato, insieme all’accurato restauro dell’Abbazia benedettina di San Paolo d’Argon, un luogo molto suggestivo e affascinante. “InAbbazia” raccoglie un denso programma di appuntamenti, spalmati su tre giorni, dal 16 al 18 settembre, che nel loro complesso offrono un assaggio “a 360 gradi” del progetto, gestito da Fondazione Diakonia onlus.

Il momento centrale sarà l’intervento del vescovo di Bergamo Francesco Beschi sulla chiesa di Bergamo, le migrazioni e la mobilità umana, “Strade che si aprono” in programma per sabato mattina alle 10.

Ci saranno poi l’inaugurazione della biblioteca intitolata a Fulvio Manara (6000 volumi per approfondire temi legati all’intercultura, ne parliamo nel dossier), una giornata di laboratori, riflessione e studio dedicata a lui, ma anche visite guidate, passeggiate in bicicletta, un grande gioco, momenti di festa. Iniziative molto diverse fra loro che nascono da una rete virtuosa di collaborazioni con associazioni, enti, istituzioni, gruppi del territorio.

Generatore di una cultura dell’incontro

Il punto di partenza ideale per un luogo che si propone come “generatore di una cultura dell’incontro”. Un riferimento prezioso per scuole, oratori, parrocchie, associazioni, gruppi, comuni, enti, d’ora in poi cuore di tutti i progetti diocesani legati a questo tema, come per esempio il corso dedicato agli operatori parrocchiali della pastorale dei migranti.

“Talvolta – aggiunge don Sergio – noi facciamo succedere le cose che sperimentiamo attraverso incontri, laboratori, spettacoli. Vorremmo che le comunità internazionali di Bergamo che lavorano sulla pluralità qui si sentissero a casa. Ci sono esperienze molto belle legate al mondo della scuola o delle esperienze sportive o culturali che sono capaci di raccontare l’incontro fra culture come opportunità. Ed è quello che ci aspettiamo che accada sempre nell’abbazia di San Paolo d’Argon”.

Nella parola greca fileo, come chiarisce monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della diocesi di Bergamo, “ci sono le radici della fraternità e dell’amicizia, nel senso di avere a cuore qualcosa e mettersi in gioco in prima persona per realizzarlo”.

Un luogo di amicizia tra i popoli e dialogo tra culture

Fileo – sottolinea Giancarlo Domenghini responsabile del settore della formazione interculturale – è un nome che non c’era e ora c’è, “offre la possibilità di cogliere in questo contesto un luogo bello e autorevole che richiami l’amicizia fra diversi popoli e il dialogo tra culture”

Su questo tema si giocano nel mondo di oggi anche durissimi scontri: “L’interculturalità – sottolinea don Roberto Trussardi, direttore Caritas diocesana – è un tema delicatissimo, che crea a volte qualche fatica. La nostra terra bergamasca è molto accogliente ma sicuramente attraversa a volte alcune fatiche”. Appare quindi ancora più coraggiosa e appassionante la sfida di trattarlo a partire dalla bellezza, dedicandogli un luogo affascinante come l’abbazia di San Paolo d’Argon.

Tante le iniziative in cantiere, dalle “settimane tematiche” di approfondimento alla preparazione di viaggi all’estero rivolti in particolare ai giovani, dai laboratori per le scuole alla collaborazione con i Cre.

Don Massimo Rizzi, direttore del Centro Missionario diocesano, ha ricordato quanto sia importante mantenere un raccordo “tra ciò che accade qui e il mondo fuori”, la vita diocesana e quella delle missioni, due aspetti diversi ma complementari dell’incontro tra culture, nel segno dell’apertura al mondo.