Oratorio Sovere: “C’è più gioia” nel creare relazione grazie agli adolescenti

“C’è più gioia”: c’è più gioia nel dare, c’è più gioia nello stare insieme, c’è più gioia nel continuare a condividere il proprio tempo a fronte delle belle esperienze vissute durante l’estate. All’oratorio di Sovere, i mesi estivi hanno rappresentato l’opportunità di prendersi cura dei più piccoli quotidianamente e di rilanciare un nuovo cammino che partirà a breve con gli adolescenti.

“C’è più gioia”: la proposta dell’oratorio di Sovere

La proposta “C’è più gioia” ha preso il via a partire dalla metà di agosto. In aiuto a tutte le famiglie, sono state organizzate delle settimane strutturate sul modello del CRE. Al mattino bambini e ragazzi erano coinvolti attraverso lo spazio compiti, mentre al pomeriggio non sono mancati giochi e momenti di animazione. “Il titolo dell’iniziativa -spiega don Angelo Passera, parroco di Sovere- descrive tutta la volontà di continuare a mettersi al servizio della comunità e, in particolar modo, delle famiglie dopo l’esperienza del CRE. In quelle cinque settimane vissute così intensamente, abbiamo compreso a pieno che c’è davvero più gioia nel dare che nel ricevere. Tutto ciò ci ha spinto a proporre nuovi momenti di socialità”.

Grazie all’aiuto di Michela (educatrice della Cooperativa Sebina), di Alice e Beatrice (giovani universitarie) e di tanti adolescenti, l’oratorio di Sovere ha realizzato una nuova esperienza fatta di giochi, compiti, attività, giornate alla scoperta del territorio, ma anche tanta informalità. “Il numero contenuto dei diversi gruppi -prosegue don Angelo – è stata un’occasione d’incontro. Lasciando più tempo a bambini e ragazzi per il gioco libero, gli animatori si sono sperimentati davvero nella relazione. È stato arricchente da entrambe le parti e l’hanno notato anche i genitori o i nonni che accompagnavano i bambini in oratorio. Si respirava un’atmosfera carica di entusiasmo e di gioia. Neanche il tempo di mettere il piede in oratorio che i ragazzi erano già a correre nel campo con i loro amici”.

L’incontro, il prendersi cura e l’inclusività

L’esperienza proposta dall’oratorio di Sovere è riuscita a strutturarsi in maniera tale da riuscire ad apirei le porte a tutti. Con l’aiuto della cooperativa Sebina è stato possibile accogliere diversi ragazzi con disabilità facendoli interagire con il resto del gruppo. Un aspetto che ha arricchito ulteriormente la proposta permettendo a tutti di mettersi in gioco prendendosi cura dell’altro. L’esperienza si è poi conclusa con un altro momento significativo: un campo scuola di cinque giorni in cui tutti gli animatori hanno potuto fare gruppo e rileggere quanto vissuto insieme.

“Sicuramente ciò che portiamo a casa -conclude don Angelo- è il valore di un’esperienza di relazione. I più piccoli hanno avuto la possibilità di instaurare nuove amicizie e di interfacciarsi con i grandi. Anche gli animatori hanno dimostrato tutto il loro desiderio di incontrarsi e tutta la loro energia travolgente in ogni gioco, attività e momenti di informalità. Ciò che rimane è il servizio svolto per la comunità e la volontà degli adolescenti di continuare a viverlo durante l’anno”. La gioia dello stare insieme, ora, pone lo sguardo sul nuovo cammino da intraprendere. “C’è più gioia” non è stato un semplice titolo, ma uno stile attraverso cui proseguire per costruire legami, esperienze e occasioni che sanno di comunità. Perché ci sarà più gioia anche nell’affrontare le sfide della quotidianità se lo si farà insieme come comunità.