Congresso eucaristico a Matera. “Tornare al gusto del pane” per rafforzare il senso di comunità

Matera 22–9-2022 Conferenza Episcopale Italiana Congresso Eucaristico apertura del Congresso con il Card. Presidente Matteo Maria Zuppi Ph: Cristian Gennari/Siciliani

Domenica 25 settembre Papa Francesco sarà a Matera nella giornata conclusiva del XXVII Congresso eucaristico nazionale della Chiesa italiana iniziato il giorno 22 scorso. 

Nel capoluogo della Basilicata il Pontefice sarà accolto dall’Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI Matteo Zuppi, dall’Arcivescovo di Matera-Irsina Antonio Giuseppe Caiazzo e dalle autorità civili: il Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, il Prefetto di Matera Sante Copponi, il Sindaco Domenico Bernardi e il presidente della Provincia Piero Marrese. 

Una trasferta significativa per Bergoglio, ma anche brevissima a causa delle elezioni politiche che si svolgeranno nel nostro Paese in quel giorno, infatti il Cardinale Zuppi ha espresso “profonda gratitudine al Santo Padre per la grande disponibilità ad anticipare l’orario della sua visita pastorale a Matera a conclusione del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale, in una giornata particolarmente importante per il nostro Paese, chiamato a disegnare, attraverso il voto, il suo futuro”. 

Ancora una volta Enzo Romeo, giornalista “storico” vaticanista del Tg2, da noi intervistato, il quale dal 2013 segue Papa Francesco in tutti i suoi viaggi in Italia e all’estero, sarà testimone privilegiato dell’evento.

  • Il tema del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale che quest’anno si tiene a Matera, nota come “città del pane” è: “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale”. Che cosa significa “tornare al gusto del pane” in questo particolare momento storico con una guerra in corso ormai da mesi ai confini dell’Europa?

«Saint-Exupéry diceva che l’unico pane che desiderava realmente era “il pane degli angeli”. E in una sua riflessione sullo stare assieme a tavola c’è un richiamo eucaristico. Ne parlò riferendosi ai convivi con l’amico ebreo comunista Léon Werth, a cui dedicò Il Piccolo Principe: “Il pasto ha un senso luminoso di comunione, poiché gli alimenti da noi hanno anche un valore spirituale e la divisione del pane, nel rituale del contadino, ha la dignità di un sacrificio. Si dice, da noi, ‘spezzare il pane’ ”. Il pilota-scrittore fu abbattuto nel luglio del 1944 da un caccia tedesco, al termine della sua ultima missione di ricognizione aerea sui cieli della Francia occupata. Morì proprio per quel “gusto del pane” che rende tutti fratelli. In Pilota di guerra spiegò che i suoi giovani compagni di squadriglia s’erano offerti volontari al fianco dei finlandesi e dei norvegesi, minacciati da Hitler e Stalin, proprio per salvare quel sapore, che richiama tutto ciò che di buono c’è al mondo: “Il salvataggio di quel sapore, nel mondo, gli sembrava giustificare il sacrificio della loro vita”. Nel pane abbiamo imparato a riconoscere molte cose. Condividere il pane vuol dire fare, anzi, essere comunità. Nel pane c’è la grandezza del lavoro: lo si guadagna con il sudore della fronte. È il veicolo essenziale della carità, si distribuisce nei momenti di miseria e il suo sapore condiviso non ha eguali».

  • Ci descrive il logo del Congresso dal grande valore simbolico?

«C’è un impasto di farina pronto a lievitare e una spiga di grano dorata; sullo sfondo il profilo di Matera. L’autore è un giovane cartapestaio materano, Uccio Santochirico, che lo scorso luglio ha realizzato anche il carro usato per la processione della Madonna della Bruna, patrona della città lucana».

  • Come saranno scandite le giornate del Congresso Eucaristico, dove vi sarà una rappresentanza di tutte le diocesi italiane, cioè vescovi insieme a religiosi e laici?

«Saranno giornate di riflessione spirituale e di preghiera. In tutte le parrocchie di Matera sarà esposto il Santissimo Sacramento per l’adorazione. Mi piace sottolineare che la meditazione di sabato 24 nella basilica cattedrale sarà affidata a una donna laica, Giuseppina De Simone, docente di filosofia della religione e direttrice di Dialoghi, la rivista culturale dell’Azione Cattolica Italiana. La giornata clou sarà domenica 25, quando giungerà a Matera il Papa. Un evento compresso nei tempi, perché coinciderà con le elezioni politiche e, oltre tutto, preceduto dalla visita che Bergoglio farà il giorno prima ad Assisi per la cosiddetta Economy of Francesco».

  • “Vorrei una Chiesa che è madre, che viene percepita come madre, che sa essere comunità, che ricostruisce quello che la solitudine e l’individualismo hanno spezzato”, ha così descritto il Cardinal Zuppi la sua idea di Chiesa lo scorso 7 agosto durante l’incontro svoltosi presso la Fraternità di Romena in Casentino (Arezzo). È la stessa Chiesa come popolo in cammino verso Dio concetto cardine espresso dal Santo Padre nell’“Evangelii Gaudium”?

«Direi di sì. La visione di Zuppi coincide con quella di Francesco. Certo, nella Chiesa italiana ci sono delle resistenze; non tutti capiscono la “strategia” bergogliana e c’è chi fatica a adeguarvisi. Come disse Giovanni XXIII, la Chiesa è mater ma è anche magistra. Perciò a volte deve dire cose che non piacciono, anche se ciò può farla sembrare meno misericordiosa».   

  • In Kazakistan il Metropolita Antonio non ha escluso un nuovo incontro tra il Papa e il Patriarca Kirill, ma l’ha puntellato di condizioni che lo rendono non facile da realizzare. Che cosa ne pensa?

«Antonio ha chiarito che il Patriarcato di Mosca era pronto a incontrare il papa nei mesi scorsi a Gerusalemme, ma è stato il Vaticano a frenare. Poi c’è stata la battuta di Francesco sui “chierichetti di stato” (che tutti hanno inteso riferita all’atteggiamento di Kirill con Putin), che ha molto indispettito i russo-ortodossi. “Non è certo con queste frasi che si costruisce il dialogo”, ha detto il metropolita a margine dell’Incontro dei leader mondiali delle religioni. Ha inoltre aggiunto che il nuovo faccia a faccia “deve essere preparato bene, perché non si riduca a una semplice passerella”. Vedremo. Nel volo di ritorno dal Kazakistan Bergoglio ha usato coi giornalisti un’altra espressione che forse non sarà piaciuta a Mosca: “A volte il dialogo si deve fare così (e ha fatto il gesto di tapparsi il naso), ma va fatto”. Un atteggiamento che la Santa Sede sta usando anche con la Cina. I rapporti con Pechino non sono mai stati tanto buoni, e tuttavia Roma deve chiudere un occhio (anzi, due) di fronte a episodi gravissimi, come l’arresto del cardinale Zen, portato a processo a Hong Kong per aver difeso la libertà religiosa e democratica».