Il nuovo ministero del catechista: “Una provocazione e uno stimolo per tutta la comunità”

don Paolo Carrara

Qual è il ruolo del catechista nella Chiesa? Perché è diventato “un ministero”? Cosa significa? Il Papa l’ha istituito nel maggio del 2021, qualche mese dopo l’istituzione del lettorato e dell’accolitato. Sono tutti e tre ministeri affidati ai laici. Ne ha parlato don Paolo Carrara, docente di teologia pastorale al Seminario vescovile all’Incontro diocesano dei catechisti.

“I soggetti attivi che celebrano l’eucarestia – chiarisce don Paolo Carrara – sono costituiti dall’insieme del popolo di Dio, con specifici e diversi compiti. E questo ci dice anche la forma fondamentale della comunità cristiana e della Chiesa: uno, alcuni, tutti”.

Se in passato tutto ruotava intorno ad un unico ministro, al prete, negli ultimi anni sono state introdotte figure diverse che svolgono servizi specifici a beneficio di tutta la comunità. “Hanno valore in se stessi e possono essere esercitati dai laici nella comunità cristiana”.

Ruolo e funzioni dei ministeri del lettore e l’accolito

Il lettore e l’accolito esercitano il ministero della parola e dell’altare. Il lettore cura la preparazione della proclamazione della parola e gli si richiede una meditazione quotidiana della Scrittura. “È un modo per sottolineare che non basta prestare la voce, il testo che viene proclamato deve entrare nella vita”.

L’accolito si occupa di assistere al servizio all’altare, contribuisce alla distribuzione dell’eucarestia e ad altri compiti, compresa l’istruzione di altri a compiere il servizio. Anche in questo caso, sottolinea don Paolo: “non si tratta semplicemente di un “cameriere” ma di una persona che costruisce un rapporto continuativo e stabile con l’eucarestia”. L’istituzione del ministero vuol dire dunque “costruire qualcosa di stabile” e questo “diventa una provocazione per tutti: per chi lo vive, per il prete, per la comunità”.

Non è un onore, non comporta remunerazione o riconoscimento, ma “aiuta e sostiene il cammino della Chiesa”. Non è un compito in più, ha un valore simbolico: “un riconoscimento più chiaro e una provocazione perché ancora spesso si vive la Chiesa come rapporto uno-tutti. La pluriministerialità mostra un volto diverso della Chiesa”. Per ora però questa formula non ha funzionato, neppure nella nostra diocesi: “per ora sono stati istituiti come lettori e accoliti soltanto i seminaristi in formazione per diventare preti”.