Oratorio Treviolo: si riparte dal gruppo giovani. La sfida di mettere al centro il servizio

Siamo spesso abituati a vedere i campi-scuola come un coronamento dell’estate, una tappa finale irrinunciabile carica di entusiasmo. Ed è così, ma può essere anche un punto in cui ringraziare e guardare avanti: incominciare a immaginare il nuovo anno insieme. Il gruppo giovani delloratorio di Treviolo ha deciso dedicare due giorni al confronto, alla riflessione e alla semplicità per gettare le basi di un nuovo cammino.

Il campo-scuola del gruppo giovani

A inizio settembre, i giovani sono stati coinvolti attraverso un camposcuola a Corna Imagna. In questo piccolo paese di montagna, si è ripartiti dalla semplicità come racconta Matteo Frigeni, responsabile del gruppo giovani dell’oratorio di Treviolo.

“Per noi il campo-scuola è un’occasione preziosa per ricominciare. Tutto parte dall’informalità e dal consolidamento delle relazioni per poi guardare avanti. Avere un gruppo unito aiuta ad affrontare le sfide del nuovo anno”. E le opportunità per mettersi in gioco di certo non mancano tra incontri per giovani, animazione per i più piccoli e tanti momenti da vivere come comunità.

Nel weekend trascorso a Corna Imagna, i giovani di Treviolo hanno potuto confrontarsi ascoltando le proposte dell’oratorio e dialogando – singolarmente, uno per uno – con don Massimo, il parroco che li accompagnerà lungo tutto il cammino. Oltre alla ripartenza, c’è stato spazio anche per l’informalità e la riflessione. Da un lato, i giovani hanno potuto approfondire la propria conoscenza tra giochi, momenti di svago, camminate e confronti. Dall’altro hanno colto l’occasione di lasciarsi provocare dal Vangelo di Marco provando a farlo loro nei momenti di condivisione.

Al servizio della comunità di Treviolo

“Il passaggio su cui ci siamo soffermati è l’episodio della rottura del vaso di nardo -spiega Matteo-. A Betania ciò che accade è un gesto d’amore che non viene compreso da tutti. Anche noi, come giovani, vogliamo compiere gesti d’amore. Nonostante delle volte sembrino incomprensibili o non riusciamo a comprendere fin dove ci porteranno, desideriamo offrirci. Non vogliamo aver paura di metterci al servizio o di dedicare il nostro tempo agli altri: siamo chiamati a compiere gesti d’amore”.

A guidare questi giorni passati insieme, infatti, c’è stato un motto molto particolare: “La vita senza amore dimmi tu che vita è”. Il verso della celebre hit è stato preso di rifermento per provocare tutti i partecipanti e spronarli alla riflessione. “Durante questi giorni abbiamo davvero provato a trovare una risposta a questa provocazione – prosegue Matteo -. Così facendo ci siamo accorti che l’amore sta alla base di ogni gesto che compiamo nel nostro oratorio per la comunità di Treviolo. C’è amore nel prendersi cura dei piccoli, c’è amore nel confronto tra i giovani: tutte le azioni riconducono lì, sempre e senza ombra di dubbio”.

Le fondamenta per l’inizio di un nuovo anno

I giovani di Treviolo sono tornati a casa con dei bagagli più carichi rispetto alla partenza. I sorrisi dei partecipanti, i bei ricordi e la conoscenza ravvicinata di altri coetanei saranno le fondamenta di un nuovo anno da trascorre insieme. “Vivere un’esperienza come questa -conclude Matteo- ti fa percepire il vero valore del gruppo. Scopri l’altro sotto una luce diversa e ti ritrovi con nuovi compagni di viaggio. Nonostante ciascuno partecipi regalando il tempo che può offrire tra studio e lavoro, il clima che si respira è quello di un gruppo coeso e accogliente”. Le fondamenta sono state gettate, ora si continua a costruire con amore per la comunità.