Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. La fatica e la gioia di dire sì per sempre

“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)

Recentemente ho avuto modo di prendere parte ad un matrimonio di due cari amici e alla professione perpetua di colei che negli anni è diventata quasi una sorella per me, nello stesso week end. Sono stati due momenti intensi e partecipati e l’essere lì con loro a condividere questo momento decisivo per la loro vita, pur nella loro diversità, mi ha portato a riflettere su ciò che questi due sacramenti accomuna: il “sì” pronunciato da tutti i protagonisti.

E’ forse scontato, ma prezioso, ricordare che desiderare una definitività, qualcosa che sia per sempre, è raro nella nostra società, la quale assurge a suoi valori fondanti la velocità e la moltitudine di esperienze e il sentire e l’utile come metro della relazione.

Un segno di fiducia verso una promessa di bene

Ma ancor più in profondità mi sembra che questi “sì” siano un grande segno di fiducia verso una promessa di Bene che passa attraverso una quotidanità fatta di piccoli “sì” dentro a momenti in cui può essere più facile mandare tutto all’aria e pensare di trovare qualcosa di meglio. Perchè in fondo l’immagine ideale dell’altro (e ci metto tranquillamente anche l’Altro) si scontra inevitabilmente con ciò che è in realtà e questo può provocare delusione, rabbia, paura.

Ecco perchè mi sembra che questi amici abbiano detto innanzitutto “non so cosa accadrà, ma mi fido che questa strada possa essere quella in cui posso trovare me grazie all’altro. Non sarà facile, ma possibile, e non sarò solo!”.

Non si è mai soli in questo cammino

Proprio così: in questi due momenti di festa ho sentito anche la bellezza della corresponsabilità della comunità cristiana che si è riunita attorno a loro.

Non mi è mai apparso così chiaro che in fondo quel loro dirsi disposti a prendere sul serio un amore che oltrepassa i confini del tempo è stato accompagnato da altri “sì” che lo precedono ed è preso per mano da ancora molti altri che si faranno storia della salvezza per queste persone. Così come anche il mio “sì”, in comunione fraterna con loro, ci fa sentire insieme, pur ognuno a suo modo, in cammino verso l’eternità.