Romano, in mostra «La Scala di Giacobbe» di Giovanni Bonaldi: frammenti di luce tra cielo e terra

testata_inaugurazione

La fuga di un giovane Giacobbe viene interrotta da un sogno notturno: una scala che raggiungeva il cielo con angeli che salivano e scendevano. È l’episodio biblico della Genesi che ispira la mostra itinerante «La Scala di Giacobbe – Opere di Giovanni Bonaldi» che è stata inaugurata sabato scorso nella Basilica di San Defendente a Romano di Lombardia.

Questa suggestiva esposizione, che raccoglie oltre trenta opere, è stata promossa da Fondazione Credito Bergamasco in collaborazione con il Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia e curata dal dottore Angelo Piazzoli e monsignor Tarcisio Tironi con il contributo di Sara Carboni e Laura Armani.

«Stiamo vivendo un tempo difficile che tutti noi abbiamo sofferto con la pandemia, la guerra e nel contempo l’emergenza climatica e gli artisti hanno reagito con grande sensibilità, fra questi Giovanni Bonaldi», interviene Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Credito Bergamasco.

Così, prosegue il dottor Piazzoli, «noi gli abbiamo affidato il compito di darci un’opportunità di riflessione e di speranza su quello che sta accadendo e Giovanni Bonaldi, grande artista, persona colta e conoscitore della Bibbia, mi ha letto questo passo biblico e l’immagine di questa scala di angeli che salgono e scendono mi è sembrata molto bella e di stimolo riguardo al rapporto tra cielo e terra che sta nel vedere, nel percepire e nel costruire».

Durante l’inaugurazione, che ha visto una moltitudine di visitatori, l’artista Giovanni Bonaldi ha espresso i ringraziamenti alla compagna Laura e ai colleghi che hanno contributo nella realizzazione degli strumenti di supporto e nel sollecito creativo ed è intervenuto l’arcivescovo emerito di Agrigento Francesco Montenegro.

Da sinistra verso destra: don Tarcisio Tironi (Direttore del M.A.C.S. di Romano di Lombardia), Angelo Piazzoli (Presidente di Fondazione Credito Bergamasco), l’artista Giovanni Bonaldi, Arcivescovo emerito di Agrigento Francesco Montenegro, il parroco di Romano di Lombardia monsignor Paolo Rossi (Presidente del M.A.C.S. di Romano di Lombardia)

Successivamente c’è stato il concerto «Mozart in Italia», offerto da Fondazione Creberg e curato dal quartetto dell’ Orchestra Ensemble Locatelli: Jérémie Chigioni (primo violino), Emile Chigioni (violino secondo), Tessa Rippo (viola) e Thomas Chigioni (violoncello). Sono stati eseguiti il Quartetto per archi KV159, il Quartetto per archi KV 156 e il bis sulle note di Eine Kleine Nachtmusik. «I quartetti sono delle composizioni di Mozart, allora diciassettenne, quando viveva a Milano, tra la fine del 1772 e inizio del 1773 e ci aiuteranno a cogliere l’atmosfera nella quale ci troviamo oggi», sottolinea don Tarcisio Tironi, Direttore del M.A.C.S. di Romano di Lombardia, durante l’inaugurazione.

Il quartetto archi dell’Orchestra Ensemble Locatelli che si è esibita durante l’inaugurazione della mostra: Emile Chigioni (violino secondo), Jérémie Chigioni (primo violino), Thomas Chigioni (violoncello) e Tessa Rippo (viola) .

Per quanto riguarda la mostra, si tratta di un percorso artistico a cui Giovanni Bonaldi ha lavorato per un anno e mezzo e, per ragioni curatoriali, è stata suddivisa in due distinte sezioni: presso la cinquecentesca Basilica di San Defendente saranno collocate tredici opere, per lo più di grandi dimensioni, legate al tema prescelto (la vicenda biblica della Scala di Giacobbe) e alla connessa tematica «Rifiorire», sviluppata dall’artista nel corso della pandemia; presso la sede del M.A.C.S, in Sala Tadini, saranno esposti una ventina di «Studi e bozzetti» di grande intensità e fascino che permettono di ben comprendere lo sviluppo della ricerca dell’artista, la sua profondità di cultura e di pensiero, l’intensa spiritualità.

Ammirando quest’esposizione, emerge una continua ricerca da parte dell’artista di mettersi in discussione, misurandosi nella sperimentazione e nella tecnica. Da un lato, le opere legate alla vicenda della Scala di Giacobbe, Giovanni Bonaldi si avvicina alla saldatura e applica ai dipinti dei fili di ferro o di altri metalli.

Il Padrone della Scala, 2022
Ferro, ottone, rame, carta, tessuto, cenere, acrilico, emulsione, gommalacca, tecnica mista su tela
(52 × 37 cm)

Dall’altro lato, per i quadri dedicati alla tematica «Rifiorire», la tecnica pittorica è olio su carta e, come sottolinea il dottor Piazzoli, «elabora il virus e lo trasforma in un fiore».

Rifiorire per desideri di Luce, 2020-2021
Olio, pigmenti naturali, carta antica
(164 x 180 x 4,5 cm)

L’esposizione «La Scala di Giacobbe – Opere di Giovanni Bonaldi» rimarrà aperta al pubblico fino al 4 dicembre 2022, con accesso libero e gratuito: presso la Basilica di San Defendente il sabato e domenica dalle 9:30 alle 12 e dalle 16 alle 18.30 mentre nella Sala Tadini del M.A.C.S. il mercoledì e giovedì dalle 9.30 alle 12, il venerdì, il sabato, la domenica e i festivi dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 19.

A tutti i visitatori verrà consegnato, come sempre gratuitamente, il catalogo edito dalla Fondazione Credito Bergamasco.