Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Nessuna notte è infinita

Ma non dobbiamo dimenticare

che il cielo stellato

si trova sempre

incastonato in una notte

L. M. Epicoco

Da tempo ormai veniamo bombardati quotidianamente da notizie negative: prima la pandemia e il costante aumento delle sue vittime, poi lo scoppio di una guerra nel cuore dell’Europa, ed ora la condizione drammatica che le donne iraniane sono costrette a vivere ogni giorno.

Anche la nostra quotidianità non è da meno: bollette sempre più care da pagare, paure e insicurezze sempre in agguato, problemi sul lavoro, problemi con l’università, problemi in famiglia, scelte importanti che ci mettono ansia, tensioni su tensioni che ci fanno sentire come immersi in una lunga notte priva di stelle: solo buio, dentro e attorno a noi.

La notte, però, è condizione necessaria perché si possa apprezzare la luce sprigionata dalle stelle.

Nessun tunnel può durare così a lungo da non vederne mai la luce in fondo, così come nessuna notte è così buia da non essere illuminata, almeno da una stella.

Quando tutto sembra non andare per il verso giusto, penso siano due gli atteggiamenti da poter seguire: uno sguardo attento e la preghiera.

Uno sguardo attento alla realtà che viviamo ci permette di scoprire che la notte non è poi così buia, che la luce c’è, se ci impegniamo a cercarla e ad alimentarla: nei sorrisi dei bambini, negli abbracci di un amico o di un fratello, nelle parole di una guida, nella cura di un genitore, nell’energia, nella tenacia e nella dignità di chi nonostante tutto continua a combattere le sue battaglie e non perde mai la speranza, nel coraggio e nella forza di chi prova a salvare ogni giorno milioni di vite.

La preghiera è, invece, la relazione con Colui che ha vissuto sulla sua pelle la notte più lunga, più tosta, più dolorosa, più buia, ma l’ha vinta, illuminandola per tutti noi. Gesù ci insegna che possiamo sprigionare un po’ di luce nelle nostre vite e in questo mondo, e per farlo dobbiamo passare necessariamente per il buio della notte. 

Ma, come canta Renato Zero, nessuna notte è infinita.

Fabio Fabbris

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