Pensionato di Via Porta Dipinta in Città Alta: una nuova famiglia lontano da casa

Superate le settimane non facili dell’inizio anno scolastico (non facili in quanto dense di tante richieste di ospitalità, di ragazze già conosciute e altre nuove, di telefonate continue per avere informazioni, ecc…) ho chiesto a suor Rosa Bosco di intervistare le giovani ospiti del Pensionato di Via Porta Dipinta in Bergamo Alta gestito dalle suore Orsoline di Gandino. L’intento era quello di raccogliere in breve alcune impressioni sull’esperienza di “vita insieme” che queste giovani fanno, lontane da casa, impegnate in corsi di studio per lo più universitari. La struttura, infatti, accoglie fin dal 1904, le ragazze che, lontane dalla città, cercano un punto di riferimento più vicino alla scuola che consenta loro di evitare lunghi o scomodi viaggi. 

Suor Rosa, alla quale chiedo anche di raccontare cosa significa per lei, dopo tanti anni vissuti tra i bambini della scuola dell’infanzia, stare oggi con le giovani, mi confida che all’inizio non è stato facile. “Ho accolto con titubanza ma anche con fede, riconoscendo in essa una nuova chiamata di Dio, la richiesta della Madre generale di assumere la gestione del Pensionato, dopo l’improvvisa morte di suor Francalia, amata e ricordata ancora oggi da molte pensionanti. Con questo sguardo e rinnovando ogni giorno la fiducia nel Signore, anche le difficoltà sono divenute opportunità per crescere insieme alle giovani. Ho sperimentato che accogliendo ogni ragazza con affetto, fiducia e stima, venivo contraccambiata con atteggiamenti e comportamenti caratterizzati da lealtà e fiducia, elementi indispensabili per creare un clima di famiglia”.

In poche parole suor Rosa mi offre la “carta vincente” per un’esperienza di comunità che riunisce giovani, e meno giovani, diverse per provenienza, interessi e cultura. Case come questa sono tipicamente fedeli al nostro carisma delle origini, la cui priorità è proprio l’educazione della donna, e si propongono non solo di ospitare studenti e giovani lavoratrici ma di offrire loro un ambiente di maturazione umana e cristiana,  promuovendo uno stile familiare, sereno, ricco di relazioni semplici e significative. 

Certamente, vivere al Pensionato, dal lunedì al venerdì, o trattenersi anche per mesi senza ritornare in famiglia (è il caso di chi vive per esempio al sud) è un’esperienza singolare, evidentemente diversa da chi preferisce trascorrere la settimana in un appartamento condiviso con altre amiche…

Ma ora diamo voce alle ospiti alle quali suor Rosa ha posto alcune semplici domande:

Cosa significa per te iniziare l’anno scolastico scegliendo di vivere in questo Pensionato? Cosa ti ha portato a fare questa scelta?

“Ho scelto di vivere al Pensionato perché mi dà  maggiore sicurezza, soprattutto perché provenendo dal sud Italia, Bergamo era per me un posto del tutto nuovo in cui non conoscevo nessuno. Sono giunta a questa scelta perché mi dà  la possibilità di dedicarmi ai miei impegni senza dovermi preoccupare di tutto ciò che comporta vivere sola in appartamento.

Mi sento più tranquilla a vivere con altre persone; ho scelto il Pensionato perché  più vicino a scuola e più comodo.

Significa avere un punto di riferimento lontano da casa. Ho scelto di trasferirmi a Bergamo per continuare gli studi, poi sono rimasta qui per lavoro. Il Pensionato mi offre un punto di appoggio per poter continuare qui la mia esperienza professionale”.

Il “vivere insieme” sicuramente ha le sue ricchezze e le sue difficoltà… Quali gli aspetti da cui ti senti arricchita? Quali difficoltà incontri e come le affronti?

“Aver conosciuto ragazze tutte diverse tra loro mi ha permesso di avere una visione della vita poliedrica. Riguardo alle difficoltà, credo che nessun contesto è perfetto, per il semplice fatto che nessun essere umano è esente dai difetti.


Vivendo qui ho la possibilità di conoscere sempre gente nuova e fare amicizia.

Mi sento arricchita dal fatto stesso di vivere in comunità con persone che condividono i miei stessi obiettivi. Andando avanti con l’età, è più difficile condividere i propri spazi”.

Certamente, la ricchezza di vita non si può racchiudere in poche righe e l’impegno per lo studio non lascia molto tempo libero per raccontarsi o scrivere di più… Alcune amiche preferiscono dare il loro contributo mostrando una foto che dice tutta la loro soddisfazione e gioia di vivere questa esperienza insieme! 

Anche Suor Rosa, quasi a voler completare “l’intervista” mi mostra un biglietto di auguri dello scorso Natale firmato da tutte le giovani che si trovavano al Pensionato. Questo il messaggio principale, che precede i consueti auguri:

«È un piccolo pensiero, una cosa semplice ma che abbiamo fatto con il cuore. Vi ringraziamo per la pazienza, la gentilezza. Siete porto sicuro per tutte noi che lasciamo le nostre sicurezze per tuffarci in nuove avventure».

Mi porge anche un’altra lettera dicendomi che è la testimonianza del papà di una ragazza che lo scorso anno ha vissuto il doloroso evento della morte della mamma. È un caloroso ringraziamento per essere stata guida per sua figlia, averle trasmesso serenità per affrontare il tempo non facile di questo distacco.