Fede, impegno sociale e trasformazioni del volontariato in un’indagine sulla San Vincenzo

“Volontari due volte” è il titolo del saggio di Andrea Salvini (Pisa University Press) che raccoglie i risultati di una ricerca svolta sulla Società San Vincenzo De’ Paoli. Pone l’accento sulla “doppia vocazione” dei soci, che coinvolge allo stesso tempo la fede e l’attenzione alle persone più fragili. Non è solo una fotografia di ciò che esiste, ma un approfondimento sul contesto sociale e religioso che offre tanti elementi di riflessione e tracce di lavoro per il futuro. Ne parliamo con la presidente nazionale Paola Da Ros, che abbiamo incontrato all’Università Cattolica di Milano in occasione del Convegno delle Conferenze lombarde.

In che modo può incidere questa ricerca sulla vita concreta delle Conferenze San Vincenzo?

Noi ci auguriamo che l’analisi dei dati aiuti i vincenziani a riflettere per individuare i punti di forza e di debolezza della nostra associazione. Da questo confronto può derivare una maggiore consapevolezza delle cose che non vanno e che devono essere cambiate.

Che cosa pensa del passaggio della San Vincenzo a Ente del Terzo Settore?

È un passaggio importante. Se già facevamo parte con la legge 266 in questa direzione ed eravamo iscritti ad Albo regionale del volontariato. Certo è una legge che richiede un impegno forte ma siamo pronti ad affrontarlo.

Che ruolo ha nell’attività quotidiana dei vincenziani la testimonianza personale?

È un aspetto fondamentale, e la nostra dualità è importantissima: la fede e l’ambito sociale che camminano sempre di pari passo. La San Vincenzo è nata nel 1833 e il nostro fondatore fin dall’inizio ha messo in primo piano entrambi questi aspetti, sottolineando quanto siano entrambi necessari, due pilastri della nostra attività.

Fra le particolarità dell’associazione c’è quella di puntare sulla relazione.

È un punto distintivo. Non avviciniamo soltanto le persone per consegnare un pacco oppure pagare una bolletta. Noi puntiamo a entrare in contatto con loro, creare un rapporto d’amicizia, conoscere la loro vita, le difficoltà, le esigenze, per aiutarli a migliorare la loro condizione. Diamo tutti noi stessi per aiutare a uscire dalla situazione di povertà.

Secondo i dati della ricerca i volontari che assistono la San Vincenzo sono in crescita. Come interpreta questo segnale?

È sicuramente un dato positivo e segna una trasformazione rispetto al passato. La riforma del terzo settore, infatti, prevede la figura del volontario. Prima invece potevamo avere soltanto dei soci. Il volontariato è il primo passo di vicinanza all’associazione, ci auguriamo che chi lo compie in futuro diventi anche socio, è la sfida per il futuro. Ci auguriamo di poterla vincere mostrandoci in modo più moderno e adatto ai tempi, in modo che anche i giovani possano desiderare di unirsi a noi.