Vent’anni dopo il G8 di Genova. Al cinema Conca Verde Stefano Collizzoli presenta “Se fate i bravi”

Il sogno e la violenza al G8, costituiscono un nodo che va oltre Genova 2001. Un’occasione per approfondire sarà offerta martedì 15 novembre alle 21 al cinema Conca Verde di Bergamo. In programma proiezione del film “Se fate i bravi” e incontro con il regista Stefano Collizzolli. La serata è promossa in collaborazione con Amnesty Bergamo. Nel film si ritrova un diario del G8 di Genova 2001, fatto vent’anni dopo, raccontando al presente un passato interrotto.

Erano i giorni di un vertice fra gli otto stati più potenti della terra: otto persone riunite a decidere il destino del pianeta, barricate dietro grate alte cinque metri e protette da migliaia di poliziotti. E i giorni in cui centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo sono andate a Genova per contestare pacificamente quel modello di sviluppo predatorio ed ingiusto, e proporne un altro. 

A quel sogno e a quella protesta rispose la più grave sospensione dei diritti democratici in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale.

La memoria è una cosa strana. Quella di Genova è una storia che è stata raccontata molte volte, ma il nostro paese non ci ha mai fatto i conti fino in fondo; come se fosse una storia da dimenticare. Anche moltissime delle memorie individuali sono interrotte; come una ferita sepolta, una frattura che ci si scorda di avere, ma che quando cambia il tempo si sente. È quello che è successo agli autori ed ai testimoni del film. Vent’anni dopo hanno sentito l’esigenza di raccontare.

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Sono passati più di vent’anni da Genova, 2001. È il tempo in cui un neonato diventa una persona: c’è un’intera generazione che è autonoma e presente al nostro tempo, e che allora non era ancora nata. Ed è il tempo in cui un ragazzo diventa adulto, ed un adulto anziano. Ci sono due generazioni che hanno attraversato quell’esperienza, e che ancora non possono considerarla chiusa. Non è chiuso il sogno di Genova 2001, perché i grandi temi di quei giorni sono i temi di oggi, solo più urgenti. Parlavamo di crisi ecologica, di crescente disuguaglianza, di finanza che accentra le risorse nelle mani dei pochi e precarizza o spiaccica i tanti. Ci pareva sbagliato e pericoloso che il 20% degli abitanti della terra controllasse l’80% delle ricchezze. Oggi, l’8% controlla l’85%.

E non è chiusa la violenza di Genova 2001, perché quella violenza è stata molte volte raccontata, contro raccontata, celebrata o condannata, ma mai compresa o risolta.

Vent’anni è un ciclo di tempo umano, in cui un fatto avvenuto è abbastanza distante da poter essere guardato in prospettiva, con distacco, essere riscoperto e messo in connessione con altri fatti che, quando accadeva, sembravano altri, irrelati. Ed è ancora abbastanza vicino da poter essere presente, da poter parlare al presente, da poter incontrare centinaia di migliaia di persone che portano addosso quell’esperienza, che possono raccontarla, che forse continuano a riviverla. È un tempo giusto, fra storia e biografia, per poterne parlare: per partire da Genova per andare oltre Genova, e per capire cosa Genova significa.

Ingresso 6,00 € – 5,50 (over 65, studenti universitari under 26)

Ingressi ridotti con i carnet da 3, 6, 9 ingressi validi un anno, tutti i giorni, in tutte le sale, anche per due persone.

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