I sette anni e la voglia di autonomia di una bimba che cresce veloce

“Mamma, posso andare in biblioteca a studiare?”.

I ricordi, con emozioni e sensazioni vivissime annesse, partono immediati. Quanto mi piaceva, andare in biblioteca a studiare. Il profumo dei libri, il silenzio tutt’attorno, il tratto della matita che sottolineava i concetti da ricordare, gli amici con i quali poi facevi una pausa sul prato esterno mangiando un gelato.

“Che meraviglia Alice, è un’idea splendida, domani pomeriggio ci andiamo”.

“No no, non noi. IO. Ci vado io. Da sola”.

Sette anni. Un bagaglio leggero ma già ben imbastito di parole eloquenti, pensieri complessi, creatività, desideri. Una bimba dalle idee chiare. Idee che invece a me non sempre è chiaro da dove giungano.

“Alice, secondo me sei ancora un po’ piccola per andare da sola a studiare il pomeriggio in biblioteca. Lascia almeno che ti accompagni, poi torno dopo una mezz’oretta. Ma come ti è venuta questa bella idea?!”.

“L’ho letto nel libro che abbiamo preso in prestito, quello con la storia di Sofia. Comunque a sette anni sono grande. E in biblioteca devo stare almeno due ore”.

E’ andata a finire che ci è andata davvero, in biblioteca a studiare. Non proprio da sola, ha accettato di farsi accompagnare dal fratello, che a nove anni sostiene ormai d’essere autonomo e responsabile. Ogni volta penso a quando, qualche anno fa, per la prima volta li avevo lasciati andare da soli alla pasticceria vicino casa, a comprarsi le loro brioches al cioccolato. Per mano, felici, correndo, salutando il mondo, l’avevano fatta diventare un’abitudine felice del sabato mattina.

Ora la strada da percorrere si fa più lunga e la mia tentazione di pedinarli aumenta invece di scomparire. Ma mi sforzo di guardare due bambini che crescono. Mi sforzo di lasciarli andare. Non sarà mai il momento giusto, non mi sembreranno mai grandi abbastanza. Mi fido, mi affido, sorrido.