Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Le buone relazioni rendono più forti

Capì questo: che le associazioni rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone, e danno la gioia che raramente s’ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c’è onesta e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone (mentre vivendo per proprio conto capita più spesso il contrario, di vedere l’altra faccia della gente, quella per cui bisogna tener sempre la mano alla guardia della spada)”.
Italo Calvino 

La ricchezza e la verità di queste parole si possono riscoprire quotidianamente nelle nostre relazioni, sia in un’ottica di ricerca e riscoperta dell’onestà e della bontà sia nell’ottica opposta.

La differenza che ci porta a sottolineare e a valorizzare l’una o l’altra è lo sguardo con cui ci poniamo di fronte alla realtà, alle situazioni, alle persone, ma ancora più spesso a partire dallo sguardo nei confronti di noi stessi. 

Una persona che si ama, che sa riconoscere il bello e il buono in se stesso riconoscendo la ricchezza che racchiude la propria persona è naturalmente propensa a condividerla e a ricercarla nell’altro.

Potrebbe sembrare il punto di partenza questo che conduce al risultato del vivere relazioni buone e virtuose, ma in realtà è un circolo ermeneutico che presuppone una reciproca relazione amante. Solo grazie a sguardi amici che sanno riconoscere gratuitamente e in modo disinteressato le proprie bellezze si può maturare uno sguardo su di sé luminoso e carico di speranza. 

Circondarsi di persone belle e virtuose

È possibile davvero generare una rivoluzione nelle nostre vite nella misura in cui ci si circonda di persone belle, che ricercano il bello, non tanto per ingenuo e patinato buonismo, ma mosse dal desiderio e dalla consapevolezza che, cercando di arricchire chi sta di fronte a loro, altro non fanno che arricchire se stessi.

Non è sempre e solo una scelta: se si pensa all’infanzia si può parlare di una grazia poter essere circondati da persone belle e virtuose che definiscono lo stile e la modalità di relazionarsi anche nelle fasce di età successive.

Per questo sono fondamentali la comprensione e il rispetto nei confronti di chi si trova a vivere chiusure, dubbi, sospetti e vede “l’altra faccia della gente”, perché ciò non è frutto di una scelta capricciosa, ma molto probabilmente di una storia faticosa e dolorosa. 

Relazioni piene e aperte rendono più forti

Chi ha la grazia di aver vissuto relazioni piene, aperte “che rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone” ha anche la responsabilità di incontrare e trasmettere quanto di grandioso ricevuto anche a chi ancora non ha scoperto che si può essere guardati con amore senza particolari meriti o condizioni, senza interessi o secondi fini.

Una responsabilità che in realtà è inconscia ed emerge da una successiva riflessione: chi sperimenta la gioia di stare con altri e scambiare la vita non vive la missione di sostenere la fatica altrui come un compito, ma al contrario spontaneamente ci si immerge, senza timore di sporcarsi, perché sa che lo sguardo che può illuminare chi avrà di fronte non brilla di luce propria ma è abitato dalla luce di tutte le persone che lo hanno amato e lo amano e ciò dona una luce talmente raggiante che non teme di incontrare le chiusure che altri hanno prodotto in chi “tiene sempre la mano alla guardia della spada”.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *