Quante ombre sul mondo, dalla guerra alla crisi climatica. Suor Chiara: “Il tempo d’avvento porta luce e speranza”

Buongiorno suor Chiara
Stiamo entrando nel tempo dell’avvento. Quest’anno abbiamo a che fare con molte ombre: la guerra, la crisi energetica, tante difficoltà per le famiglie che negli anni scorsi hanno già affrontato la pandemia. Come possiamo cogliere nel modo migliore la bellezza di questo periodo nonostante tutto? Ha qualche consiglio? Grazie mille da Gemma

Ci sono ombre che oscurano la nostra vita, cara Gemma! 

Non possiamo fingere che tutto sia roseo; l’avvento, però, è il tempo della speranza in cui tornare a lasciarci illuminare dalle antiche profezie messianiche che, prima della nascita di Cristo, avevano alimentato la fiducia nel popolo di Israele, duramente provato. 

Promesse di vita di futuro, di abbondanza, di fedeltà: Dio non ha dimenticato il suo popolo, ma sempre lo ha soccorso, aiutato, sostenuto, liberato: Lui ha sigillato questa sua fedeltà mandando nel mondo il suo Figlio. 

Anche oggi Dio non si è scordato di noi, ma continua a mostrarci i segni della sua presenza e della sua premura. Quali? Innanzitutto donandoci quotidianamente la sua Parola che conforta i nostri cuori e li apre alla speranza. Durante la celebrazione eucaristica nel tempo di Avvento, infatti, la Chiesa ci dona di riascoltare le antiche promesse messianiche che Dio ha annunciato, per mezzo dei suoi profeti, al suo popolo, deluso e sconfortato, in attesa del Messia. 

Parole forti, chiare, che non possono lasciarci indifferenti: «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici». Un germoglio? Sì! Proprio un germoglio, debole, e apparentemente insignificante, ma con una fecondità dirompente, in grado di aprire varchi di vita e di trasformare le valli di disperazioni in porte di speranza. Un germoglio, dunque, che ha il volto del Figlio di Dio glorioso alla fine dei tempi, di un neonato nato nella povertà quello di tanti fratelli che ogni giorno vengono a noi come segni del suo amore. 

Quanti germogli nella nostra vita! Quanti steli germogliano sulla radice sterile di questo nostro mondo! 

L’avvento è il tempo per guardare con occhi nuovi la storia nella quale viviamo e cogliervi l’agire di Dio che sempre innalza gli umili, abbatte i potenti, rovescia il trono degli arroganti. Dove e come è possibile vedere tutto questo? 

Cara Gemma, credo che Dio, fedele alle sue promesse, realizza la sua parola nella vita di ciascuno di noi, nell’umanità, così che tutti possano sperimentare la forza dell’amore e della comunione, come sta scritto: «Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso». (Is.11,6-8)

Ascoltare, credere, accogliere, obbedire, sono i verbi tipici dell’avvento, che ci rendono collaboratori di Dio, che porta a compimento le antiche profezie messianiche.

Come i profeti, i poveri, i piccoli e gli umili di Jahvè che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia di quel popolo, come Giovanni Battista, Maria di Nazareth, Giuseppe, Simeone, Anna la profetessa, ecc. anche noi non cessiamo di credere, di sperare e di attendere, cercando nel nostro quotidiano, di seminare piccoli semi di speranza, di bene, di vita che, a suo tempo, germoglieranno. 

Manteniamo i nostri cuori vigili, attenti, come quando si aspetta qualcuno…e uniamo la nostra voce a quella della Chiesa intera che in attesa del ritorno del Signore Gesù, canta quotidianamente: «Maranatha! Maranatha! Vieni, Signore Gesù!».

«Sì vengo presto! Amen! Vieni, Signore Gesù!» (Ap. 22,20).

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