Papa Francesco: Angelus, “Dio c’è sempre, dobbiamo essere svegli”

Vaticano, 16 novembre 2022: udienza generale di Papa Francesco in Piazza San Pietro - foto SIR/Marco Calvarese

“Dio è nascosto nella nostra vita, sempre c’è, è nascosto nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno, si manifesta nelle cose di ogni giorno”. Lo ha spiegato il Papa, durante l’Angelus di ieri in piazza San Pietro, il primo del tempo di Avvento. “Lui è lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni”, ha assicurato Francesco. Come riconoscere e accogliere il Signore, si è chiesto il Papa? “Dobbiamo essere svegli, attenti, vigilanti”, la risposta: “Gesù ci avverte: c’è il pericolo di non accorgerci della sua venuta ed essere impreparati alla sua visita”. “In questo tempo di Avvento lasciamoci scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno!”, l’invito di Francesco: “Proviamo a chiederci: sono consapevole di ciò che vivo, sono attento, sono sveglio? Cerco di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose? Se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi. Perciò, fratelli e sorelle, restiamo vigilanti! Aspettando che il Signore venga, aspettando che il Signore ci avvicini, perché lui c’è, ma aspettando attenti”.

Vicinanza alla popolazione di Ischia e invito a dire sempre no alla guerra

“Sono vicino alla popolazione dell’Isola d’Ischia, colpita da un’alluvione. Prego per le vittime, per quanti soffrono e per tutti coloro che sono intervenuti in soccorso”. Lo ha detto il Papa, al termine dell’Angelus di ieri, in cui ha ricordato ancora una volta Burkhard Scheffler, il clochard morto tre giorni fa sotto il colonnato di San Pietro: “morto di freddo”, ha precisato Francesco, che ha inoltre salutato i partecipanti alla Marcia svoltasi a Roma per denunciare la violenza sessuale sulle donne: “Purtroppo una realtà generale e diffusa dappertutto e utilizzata anche come arma di guerra”, ha denunciato il Papa. “Non stanchiamoci di dire no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace; in particolare per il martoriato popolo ucraino”, l’appello di Francesco: “Ieri abbiamo ricordato la tragedia dell’Holodomor”, il riferimento allo sterminio per fame voluto da Stalin.