La cultura della carità. La possibilità di visitare “esperienze segno” in diocesi

Visita ad alcune esperienze in occasione di Bergamo Brescia 23

La cultura della carità

“Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”, recita un proverbio molto citato; e ogni giorno la cronaca e le chiacchiere della gente ci danno un resoconto fin troppo dettagliato degli alberi che, cadendo, fanno molto rumore, suscitano scandalo, clamore, sdegno, paura, delusione, rassegnazione… Ma della foresta che cresce se ne parla davvero troppo poco.

Se un genitore maltratta un figlio l’informazione giunge in un attimo in tutto il mondo, mentre la “normalità” di milioni di genitori che si sacrificano per i propri figli non fa notizia. Se un prete va fuori strada viene immediatamente consegnato alla gogna mediatica e si parte subito con le generalizzazioni che ricoprono di sospetti anche i tanti sacerdoti che ogni giorno si spendono per la loro comunità. Gli esempi potrebbero moltiplicarsi.

Di bene se ne fa tanto, ma è poco conosciuto e scarsamente considerato. È vero che chi fa il bene non dovrebbe mettersi in mostra: se lo facesse, Gesù gli direbbe che “ha già ricevuto la sua ricompensa”! Ma è pur vero che il Vangelo ci consegna anche un imperativo di segno opposto e complementare: “Vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre che è nei cieli”.

Infatti, al mare di cose buone compiuto dalle diverse istituzioni e dalle numerose associazioni di volontariato, si aggiunge un oceano di gesti buoni nascosti nelle nostre relazioni quotidiane; basti pensare alla cura che si esprime nelle nostre famiglie: nonni che tengono i nipotini, adulti che si fanno carico dei genitori anziani, dei propri figli, dei familiari diversamente abili o con patologie croniche… Quanta carità: è la foresta che cresce!

Nell’anno di “Bergamo e Brescia capitali italiane della cultura” vorremmo che alcune esperienze-segno potessero essere viste da tutti come espressione di una cultura della carità che ha sempre caratterizzato la vita della nostra gente e manda avanti il mondo.

Nel succedersi dei diversi mesi dell’anno potremo avvicinare, singolarmente o in gruppo, queste realtà meravigliose attraverso alcune visite guidate, o addirittura lasciarci coinvolgere in esperienze di volontariato. 

Così, nei diversi mesi del 2023 aprono le porte tante realtà di carità, in cui toccare con mano quella forma particolare di cultura bergamasca che ha preso i tratti della cura: dal “Patronato San Vincenzo” (a gennaio e febbraio), al “Centro Don Orione” (a marzo), passando per il servizio ai carcerati (ad aprile), per l’Istituto Palazzolo (a maggio) e la Mensa dei poveri presso i Cappuccini (a giugno), fino alle diverse realtà gestite dalla Fondazione Angelo Custode (a ottobre) e dalla Caritas Diocesana (a novembre). Potremo quindi toccare con mano come la cultura della cura e della carità ha segnato profondamente la nostra storia e continua ad alimentare la prossimità ai poveri, agli anziani, ai malati, ai piccoli.

Sono state fissate delle date per visitare alcune di queste realtà, ma lungo l’anno potranno aggiungersi altre esperienze, oppure voi stessi potrete chiedere di accedere alle di verse strutture anche in tempi diversi da quelli programmati. L’importante è prenotarsi ai contatti che sono stati indicati per potersi organizzare al meglio. Troverete man mano indicazioni più precise sul sito diocesano.

Buon anno della cultura, dunque: che sia la scoperta di una straordinaria “foresta che cresce!