Festa dell’Immacolata, il vescovo: “La vita umana ha sempre un senso, anche nelle difficoltà”

Come da lunga tradizione, la festa dell’Immacolata Concezione, con il vescovo Francesco Beschi, giovedì 8 dicembre è stata celebrata con particolare solennità nella basilica di Santa Maria Maggiore e nella chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, anche se in quest’ultima ci sono stati momenti di timore per il malore del vescovo che poi si è ripreso (se ne parla in un articolo a parte). Il dogma mariano venne proclamato l’8 dicembre 1854 dal Beato Papa Pio IX (Bolla «Ineffabilis Deus»). Il vescovo ha anche inaugurato una mostra fotografica della Caritas.

“La vita ha sempre senso, nonostante il male e le guerre”

All’omelia, il vescovo ha sottolineato con forza che la vita umana ha sempre un senso, nonostante le difficoltà, il male, le guerre e le ingiustizie. «Il serpente — ha detto riprendendo il brano della tentazione di Adamo ed Eva — vuole convincerci che l’autonomia è meglio dei legami, perché l’altro potrebbe limitare la mia libertà. Vuole convincerci che Dio inganna l’umanità e che la scelta dell’egoismo e l’esaltazione del proprio interesse sono la misura della vita».

A questi messaggi vanno contrapposte le parole dell’Angelo all’Annunciazione. «Maria ci insegna che la vita ha un senso e che la vera conoscenza di noi stessi avviene attraverso Dio.

Le parole dell’Angelo “Il Signore è con te” sono rivolte anche a noi e ci dicono che esiste una relazione indissolubile con Dio». Infine il vescovo ha rivolte un forte invito, alla luce di una vita vissuta con e per il Signore. «Le persone che incontriamo, vicine o lontane o bisognose, possano conoscere nella nostra vita la testimonianza che la vita ha un senso e che è frutto dell’amore di Dio».

Una “Buona notizia” che non è mai scontata e parla a tutti

Monsignore Beschi è stato accolto dal saluto del prevosto monsignor Valentino Ottolini. «La ringraziamo perché ogni anno, puntualmente, partecipa alla solennità in questa chiesa che è il tempio dell’Immacolata della città e della diocesi. Vogliamo pregare per la pace, per la città, per la nostra parrocchia e per il suo pellegrinaggio pastorale».

«Il Vangelo dell’Annunciazione suscita sempre meraviglia — ha esordito il vescovo all’omelia riprendendo la pagina evangelica appena letta —. Non è un fatto di cronaca ripetuta da secoli, ma è la “Buona notizia” per tutti, che viene affidata alla nostra libertà e alla nostra fede. Quando entra nella nostra vita, il Vangelo genera speranza e intima gioia, superando le sofferenze nelle nostre famiglie, nella nostra città, paesi. Come Maria, anche noi siamo turbati dalle parole dell’Angelo, che la saluta come “piena di grazia”.

È difficile per noi — ha proseguito il vescovo — ammettere che la vita è frutto di una grazia, che poi diviene stile di vita, gratitudine e testimonianza. Anche la scorza più dura viene incisa dalla testimonianza della gratuità, che è un modo per vivere il Vangelo. La gratuità esprime amore anche nei gesti più ordinari, ma anche straordinari verso la nostra città e il territorio. Rimango sempre stupido dalla solidarietà dei bergamaschi verso le emergenze». 

I desideri degli uomini, e non soltanto i loro bisogni

Prima di raggiungere la chiesa delle Grazie, il vescovo, nel Chiostro di Santa Marta, ha inaugurato la mostra «Io desidero», promossa dalla Caritas diocesana, che attraverso fotografie esprime appunto «i desideri degli uomini e non soltanto i loro bisogni e possiamo vederli in modo nuovo e diverso», ha sottolineato monsignor Beschi. Erano presenti, tra gli altri, il direttore della Caritas diocesana don Roberto Trussardi e Massimo Cincera, presidente della Sesaab. La mostra resterà aperta dalle 14,30 alle 17,30 nei giorni di domenica 11, da venerdì 16 a domenica 18 e da martedì 27 a sabato 31 dicembre.

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