Leggende bergamasche. Il maiale rosso nel palazzo della Pianca

Disegno il maiale rosso

Tanti anni fa, nel “palazzo” della Pianca non ci voleva vivere nessuno, perché si diceva che di notte era frequentato un maiale rosso. 

Era un peccato, il “palazzo” era la casa più bella del paese, ma nessuno aveva il coraggio di viverci. Il padrone, che abitava a San Giovanni Bianco, aveva detto che l’avrebbe venduto a poco prezzo a chi fosse stato disposto a trascorrerci una notte intera.

Un giorno, un giovane che voleva sposarsi, andò dal padrone del palazzo e gli disse: “Se me lo regali ti garantisco che ci vivrò, non solo una notte, ma sempre, con la mia futura moglie”. 

Il padrone, che era stanco di questa casa che era solo un debito, gli rispose: “Va bene, te la regalo, ma passaci almeno una notte, da solo”.

Una notte nella casa abbandonata

La gente, quando venne a conoscenza di questa decisione, diceva al giovane: “Attento che morirai dallo spavento, non fare troppo il gradasso”. Ma lui: “Non fatemi ridere, io non ho paura di nulla e di nessuno”.

Sul far della sera, partì con due coperte e si chiuse in quel palazzo.

Verso le dieci non era ancora successo niente, a mezzanotte, niente. Il giovane era quasi certo di avercela fatta, quando, verso le due, vide arrivare, su dalle scale, un vecchietto, scalzo, con un bastoncino in mano e la barba lunga.

Il giovane, senza paura, gli disse: “Che cosa vuoi da me?”. 

Ed il vecchio gli rispose: “Io non voglio niente, ma sarai tu che presto mi chiamerai”. 

“Io non ho paura di nessuno e non chiamerò nessuno”, rispose il giovane.

Il vecchietto ritornò giù per le scale, col suo bastoncino che faceva “tic, tic…”.

Verso le quattro il giovane udì un rumore in fondo alle scale

Verso le quattro il giovane udì in fondo alle scale un rumore, come di catene trascinate ed un forte grugnito, come se si trattasse di un maiale e dopo sentì gridare: “Sento odore di carne di cristiano, o ce n’è, o ce n’è stata, o ce ne sarà!”.

Il giovane andò a guardare giù per le scale e vide, in fondo, un maiale grossissimo, tutto rosso, avvolto nelle fiamme e con attaccate due lunghe catene; puzzava di bruciato tanto da soffocare il respiro e veniva su per le scale con le fauci spalancate e la lingua a penzoloni.

Il giovane si mise le mani nei capelli e scappò per il corridoio, il maiale gli era dietro ma lui riuscì a chiudersi in camera da letto. Il maiale, con due colpi di muso, abbatté la porta ed entrò.

Sembrava che non ci fosse più nulla da fare, quando il giovane si ricordò del vecchietto scalzo e lo chiamò in aiuto. 

Il mostro cacciato con l’acquasantiere

Proprio allora si accorse che c’era un acquasantiere sul comodino, fece appena in tempo a prenderlo ed a gettarlo addosso al maiale che l’aveva quasi raggiunto. 

Fu un attimo: si udì un urlo spaventoso, il pavimento si spaccò in due e il maiale precipitò, tra fuoco e fiamme, in uno strapiombo senza fondo. 

Dopo, più nulla. 

Il giovane, bianco come un lenzuolo, fece per correre all’uscita di questa casa maledetta, ma ormai iniziava a far chiaro e capì che era riuscito a portare a termine la notte e fu certo che non gli sarebbe successo più nulla. 

Il giorno seguente tutti gli abitanti della Pianca gli fecero festa ed il padrone gli regalò il “palazzo”.

Dopo qualche mese si sposò e portò la moglie nella sua casa, dove vissero felici. Dopo di allora non è più successo niente nel “palazzo” ed è abitato ancora adesso. 

Disegno di Davide Villa

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