Sperare con cautela. I giovani guardano al futuro con fiducia e desiderio di cambiamento

Il Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo compie 10 anni

Presentazioni Rapporto giovani

Ci sono motivi di cauto ottimismo. Si potrebbe sintetizzare in questo modo il messaggio lanciato dal Rapporto Giovani 2022 recentemente pubblicato dall’Istituto Toniolo di Milano.

La pubblicazione, edita da Il Mulino, è giunta alla sua decima edizione e si conferma un riferimento in Italia per leggere la realtà giovanile e soprattutto per comprendere come i giovani leggono i fenomeni che riguardano loro e l’intera società.

Dopo la pandemia per Covid19 che ha cambiato profondamente le abitudini della popolazione e costretto le nuove generazioni a numerose rinunce e dopo lo scoppio della guerra in Ucraina che ha così tanto impressionato l’opinione pubblica europea come si sentono le ragazze e i ragazzi di fronte alla sfida del futuro? 

Gli ultimi due anni hanno messo alla prova tutte le componenti della società comprese le fasce d’età più basse della popolazione. Il sistema scolastico ha dovuto sperimentare modalità alternative per garantire l’istruzione, penalizzando le relazioni interpersonali e la sperimentazione delle competenze; per molti la definizione dei propri progetti di vita ha subito una forte battuta d’arresto; la disoccupazione giovanile e la distanza di condizioni di accesso al mondo del lavoro tra uomini e donne si sono confermate come problematiche gravi nel nostro Paese.

Sospesi tra fiducia e desiderio di cambiamento

Eppure, in maniera sorprendete le indagini condotte dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano insieme agli esperti di Ipsos registrano un cauto ottimismo: i giovani italiani si dicono consapevoli delle difficoltà e percepiscono l’Italia come una nazione che sa offrire loro meno opportunità rispetto ad altri paesi europei.

Nonostante questo, si approcciano al futuro individuando delle possibilità concrete: c’è fiducia crescente nell’istituzione scolastica, desiderio di cambiamento riguardo ad alcuni temi strategici per il futuro come la sostenibilità ambientale, la parità di genere, l’integrazione.

Soprattutto c’è consapevolezza del ruolo che la nuova generazione può giocare per rendere migliore il futuro di tutti. I giovani si avvertono come portatori di valori e di competenze, nonostante spesso gli adulti non le riconoscano e non le valorizzino adeguatamente.

Il quadro che emerge dal Rapporto si discosta dalla narrazione comune che descrive i giovani come demotivati e pigri: i ragazzi e le ragazze desiderano essere parte attiva di una transizione, ma non accettano di farlo in maniera ideologica. Sono alla ricerca di forme concrete di partecipazione alla vita pubblica che li rendano protagonisti di un cambiamento reale: non una generazione di contestatori o di oppositori alla realtà, ma persone desiderose di coinvolgimento attivo e propositivo. 

La provocazione: trovare risorse e nuove opportunità

L’immagine che Millennials, generazione Z e Alpha consegno agli adulti e a chi detiene le redini delle istituzioni è una forte provocazione: il sistema dell’istruzione, il mondo del lavoro, la rete dei servizi alla persona e alla famiglia sono in grado di recepire questa predisposizione ad essere risorse per un futuro possibile? 

La presentazione del Rapporto Giovani si è tenuta a Milano lo scorso 8 novembre. Gli autori della ricerca hanno chiesto ad alcuni ospiti di interagire con quattro tematiche decisive emerse dalla ricerca: la scuola, l’occupazione femminile, il divario nord-sud, le politiche a sostegno della famiglia.

Nei loro interventi Andrea Gavostro della Fondazione Agnelli, Cristina Scocchia AD di Illy Caffè, Mario Mirabile co-fondatore di South Working e Gigi De Palo portavoce del Forum delle Famiglie hanno recepito come positive e promettenti le spinte offerte dal mondo giovanile e pertinenti le loro richieste alla società adulta.

Tutti hanno registrato, ciascuno in merito al proprio specifico campo di intervento, una certa resistenza da parte delle istituzioni e delle aziende a recepire la necessità di un cambiamento che consenta maggiore elasticità e vicinanza ai bisogni reali delle persone. 

Le sfide sono chiare, le possibilità non mancano. Alessandro Rosina nell’introduzione al testo sintetizza così: “L’Italia dovrebbe diventare un paese allato dei giovani, aiutando a non contrapporsi al mondo che cambia ma ad essere parte attiva delle soluzioni che il tempo nuovo richiede: dai vaccini all’ambiente, alla scuola, al lavoro. L’unica cosa di cui avere paura è non riuscire a mettere nei prossimi anni le nuove generazioni nella condizione di esprimere al meglio il proprio valore”.

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