Le giovani vite di suor Laura. Francesca Pedrazzini, una mamma che insegna a vivere senza paura

Una vita senza paura è una vita piena: è la lezione preziosa di una giovane mamma, Francesca Pedrazzini, che a 38 anni muore di tumore lasciando il marito Vincenzo e tre figli ancora piccoli. Il suo percorso è attraversato in mille modi dalla fede, che l’aiuta ad affrontare e superare la paura: “Io non ho paura. Il Signore mi ha regalato tutto il tempo perché potessi affidare ogni giorno i miei cari alla Madonna. E così è stato. Non ho più paura. La prima paura che mi ha abbandonato è stata quella di morire, poi ero in pena per Vince, i bimbi… Ma ogni giorno è servito. Li ho affidati tutti. Il tempo è prezioso. Non ho paura”. 

Ne parliamo attingendo alle “giovani vite” raccolte da Suor Laura Fontana e presentate sui suoi canali social, raccogliendo riflessioni e commenti. Suor Laura fa parte della congregazione delle Sacramentine, vive a Bergamo. È anche un’insegnante e nel tempo ha realizzato con impegno la sua vocazione educativa: non solo dal vivo accanto ai ragazzi delle scuole ma anche nel mondo dei social network. Ha vivaci profili social attraverso i quali offre quotidianamente agli “amici virtuali” spunti interessanti di riflessione, e raccoglie le reazioni e i commenti di chi legge come arricchimento per tutti. Ognuno dei suoi approfondimenti porta scoperte interessanti che possono attecchire come semi nei cuori di chi legge.

«Quando comprende di essere alla fine, Francesca dice al marito «non preoccuparti, perché io sono in pace, sono certa di Gesù e curiosa di vedere quello che mi aspetta”. Saluta i fratelli, i genitori e gli amici più cari uno ad uno, dicendo: “Sono tranquilla, perché il tempo è servito ad affidarmi”. Bacia i suoi bambini, accarezzandoli: “Vado in un posto bellissimo, da Gesù. E quando sarò lì, dovete fare una festa”. 

Muore dicendo: “Io non ho paura”. Contenta. Curiosa. Certa. In una parola, radiosa. Perché? Che cosa ha permesso a Francesca Pedrazzini, 38 anni, tre figli piccoli e il carattere forte e allegro di chi ama la vita, di morire così? Cosa ha fatto sì che il suo “quotidiano” diventasse un po’ alla volta “eroico”, per usare una celebre espressione di Giovanni Paolo II? Sono domande decisive. Per tutti. Perché, se si può stare davanti alla morte così, vuol dire che si può affrontare qualsiasi circostanza della vita nello stesso modo. Senza paura».

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