Verso una “sana inquietudine”. Campo invernale per adolescenti e giovani di Azione Cattolica di Bergamo a Bani di Ardesio

foto di gruppo campo invernale Bani di Ardesio

Giovani curiosi, intraprendenti e con la voglia di mettersi in gioco nel vivere insieme la fede in un’esperienza di formazione, di spiritualità e anche di divertimento. Sono loro i protagonisti, una ventina, che hanno partecipato con entusiasmo al Campo Invernale «Generazione Zen. Tranquilli mai» organizzato da Azione Cattolica Giovani e Movimento Studenti di Azione Cattolica della Diocesi di Bergamo per coinvolgere i ragazzi e le ragazze di età compresa tra i quattordici e i ventotto anni. Un campo di tre giornate, dal 2 al 4 gennaio 2023, tra le montagne bergamasche e precisamente a Bani di Ardesio, frazione che si trova all’interno del parco delle Orobie nell’Alta Valle Seriana, famosa per aver avuto, in veste di parroco, tra la fine dell’800 e al 1934, don Francesco Brignoli, “Ol Pret di Bà”.

La partenza è avvenuta nel pomeriggio del 2 gennaio scorso dalla Casa del Giovane a Bergamo, dove i ragazzi e le ragazze accompagnati da don Alberto Monaci, assistente diocesano Azione Cattolica Giovani, da alcuni giovani appartenenti all’équipe di Azione Cattolica Giovani e Movimento Studenti e dalle due straordinarie cuoche, Gabriella e Marilena sono partiti in auto verso la casa parrocchiale di Bani di Ardesio.  

«Un’esperienza che mi mancava – dice Maria, giovane partecipante al campo invernale. «Nuova esperienza – aggiunge Alice –, mi ispirava andare in montagna per tre giorni dopo il periodo di Natale».
«L’idea era proprio quella trascorrere dei giorni intensi, coinvolgendo i giovani e gli adolescenti; per questo campo invernale abbiamo messo al centro un tema specifico che abbiamo guardato da diverse prospettive: teorica, riflessiva e spirituale», spiega don Monaci.

L’argomento principale che ha accompagnato le tre giornate è stato l’inquietudine perché è stata citata dall’esortazione apostolica Christus Vivit di Papa Francesco, rivolta ai giovani. L’inquietudine è definita un sentimento di turbamento ed è collegato, nell’immaginario collettivo, ai giovani, i quali, nella fase verso l’età adulta, provano questa sensazione nell’affrontare le scelte della vita.

Sebbene l’inquietudine possa essere vista in negativo, in realtà Papa Francesco dice, «noi siamo nati con un seme di inquietudine e quando la nostra inquietudine incontra Gesù comincia la vita della grazia». Perciò, don Monaci, portando la sua personale riflessione ai ragazzi partecipanti al campo, dice: «l’inquietudine è qualcosa da ascoltare, da prestare attenzione, un qualcosa che ci spinge da dentro e che ci mette in cammino; citando don Primo Mazzolari, “le più belle pagine della storia della Chiesa sono state scritte da anime inquiete”».

Durante queste tre giornate, le équipe di Azione Cattolica Giovani e Movimento Studenti hanno pensato ad alcune attività per coinvolgere i partecipanti e farli riflettere su questa tematica.

La prima è stata l’assemblea dinamica. All’interno della sala principale, sono stati appesi ai quattro angoli i seguenti cartelli: “fortemente d’accordo”, “abbastanza d’accordo”, “poco d’accordo”, “in disaccordo”. Sulla base delle affermazioni legate all’inquietudine, i ragazzi e le ragazze dovevano esprimere una loro opinione, posizionandosi sotto uno di questi cartelli e confrontarsi con coloro che la pensavano allo stesso modo e diversamente. «Non ho mai preso parte a un’assemblea dinamica – dice Maria – e l’ho trovato un ottimo modo per lavorare al confronto».

La seconda attività è stata una doppia intervista con la partecipazione di due docenti: Cristian Zucchelli, insegnante di filosofia ed Emilio Rocchi, insegnante di storia dell’arte. Durante questa conferenza, i due ospiti hanno analizzato l’inquietudine portando come esempi dei pensieri filosofici di alcuni personaggi e delle opere d’arte. Alice commenta:«È stato un momento molto bello perché da un lato c’è stata la parte psicologica, questa mi ha interessato molto, e poi quella artistica». L’incontro con i due professori si è concluso portando un punto di vista anche sull’inquietudine degli studenti: «l’inquietudine è diminuita ma è aumentata la sofferenza perché gli studenti hanno molta paura di sbagliare; invece bisogna che i ragazzi vengano accolti anche se sbagliano e la scuola deve essere il luogo che ti accoglie per ciò che sei», afferma il professor Zucchelli. Dall’altro canto, sottolinea il docente Rocchi, «da insegnante dico che bisogna voler bene ai ragazzi come se fossero figli propri».

La doppia intervista in compagnia dei professori Cristian Zucchelli ed Emilio Rocchi.

Il terzo e ultimo momento, per indagare sull’inquietudine, è stato “il deserto”, un momento di preghiera, di silenzio e di riflessione solitaria per leggere le storie di alcuni personaggi che nella loro vita sono stati inquieti: Giovanni Battista, la scrittrice olandese Etty Hillesum e il religioso francese Charles de Foucauld. «Sia l’incontro con i professori sia il deserto sono stati i momenti che mi sono piaciuti di più. L’obiettivo di questo campo è accettare l’inquietudine e ora mi sento più consapevole di essa e di come poterla sfruttare al meglio», dice Fabio, partecipante al campo invernale.

Accanto ai momenti di preghiera e di formazione, non è mancato il divertimento con le serate di giochi da tavolo e l’uscita a Onore per pattinare spensierati sulla pista di pattinaggio su ghiaccio.

Foto di gruppo dei giovani e giovanissimi partecipanti al campo invernali alla pista di pattinaggio su ghiaccio a Onore.

Il risultato di questo campo invernale è stato: «Una bella esperienza che consiglierei di fare anche soltanto per mettersi in gioco perché è molto importante confrontarsi su questi temi universali, per capire come le persone reagiscono», spiega Maria. «È un modo per coltivare il bisogno di conoscere nuove opinioni, anche contrarie, ma anche fare nuove amicizie e conoscenze» dice Fabio e, conclude Alice, «è bello anche perché si è parte di un gruppo che ti fa crescere».