Colognola: il teatro danneggiato dai ragazzi diventa occasione per ricostruire una comunità educativa

Un murale e una serie di incontri per genitori e adolescenti delle classi fra il 2008 e il 2010. Sono le proposte dell’oratorio della parrocchia di Colognola, in sinergia con il quartiere, che rientrano nel progetto «Giovanissimi in disagio», suddiviso in tre fasi.

Un tema attualissimo indubbiamente dopo il ripetersi di fatti di cronaca un po’ ovunque. «L’iniziativa ci pare necessaria — racconta il parroco don Francesco Poli — dopo che un gruppetto di ragazzini di 13-14 anni, frequentatori dell’oratorio, ha devastato il teatro, provocando danni per 10.000 euro.

Frequentano l’oratorio ogni giorno e fanno gruppo con altri coetanei, ma è diventato un gruppo un po’ provocatorio con comportamenti trasgressivi. Finora è stato possibile stabilire un contatto propositivo soltanto con alcune famiglie. Alcuni di questi ragazzi si sono resi disponibili con servizi socialmente utili in oratorio, in un periodo di messa alla prova, in attesa di decisioni che li riguardano».

Don Poli pone una riflessione. «Di fronte a tante voci che chiedono punizioni esemplari, denunce, è preferibile la richiesta di trovare una forma che consenta il recupero di questi ragazzi. La trasgressione negli adolescenti è sempre espressione di disagio. Prima di condannare, secondo la letteratura scientifica, bisogna considerare i loro bisogni fondamentali: costruirsi una identità, relazionalità, libertà, bisogno di appartenenza e di gruppo. L’origine straniera di tutti i ragazzi può aver reso difficile la loro integrazione con gli altri ragazzi. Il senso di non-appartenenza a un luogo che pure frequentano tutti i giorni, il rinforzo del gruppo, la sfida dell’autorità possono averli spinti a compiere un atto distruttivo verso un luogo simbolo. Spetta alla comunità parrocchiale e al quartiere rispondere, puntando su iniziative di correzione e riabilitazione».

PRIMO PASSO: IL TEATRO

Il punto di partenza del progetto ha per tema «Il teatro, che spettacolo!». In pratica, si tratta di risistemare il teatro dopo le devastazioni. Pulizia e ripristino saranno affidati a una impresa, ma saranno inseriti anche i ragazzi che hanno procurato i danni. Questo per almeno tre motivi. «Il primo — racconta il parroco — per responsabilizzarli sulle conseguenze della bravata. Poi per renderli partecipi di un percorso di ricostruzione di un luogo della comunità. Infine, per dare un segnale forte sul fatto che certe trasgressioni non restano impunite». 

SECONDO PASSO: FASE CREATIVA

Si è deciso di progettare e realizzare un murale su un muro esterno o su una parte interna del teatro vandalizzato con queste caratteristiche: esteticamente bello tanto da suscitare stupore; rappresentare una comunità di cui tutti, anche i ragazzi che hanno compiuto la bravata, possa sentirsi orgogliosamente parte. «I contenuti del murale — precisa don Poli — dovranno rappresentare la comunità dell’oratorio ed essere oggetto di una riflessione comunitaria». L’ideazione, il bozzetto e la guida dei lavori saranno affidati a un artista locale.

TERZO PASSO: FASE FORMATIVA

Sarà rivolta a giovani e adulti del quartiere. «La reazione più istintiva in tanti dopo i fatti — prosegue don Poli — è stata di tipo giustizialista, paventando punizioni e denunce. Questo però rischia di essere in contraddizione con lo spirito dell’oratorio stesso, che è casa di tutti e luogo educativo. Meglio aiutare questi giovani partendo da un ascolto rispettoso delle loro rimostranze, dal fare un percorso per comprendere il senso di una proposta che non nasce da debolezza e lassismo, ma piuttosto da una idea forte di educazione-riabilitazione». In gennaio saranno così proposti alcuni incontri per genitori dei ragazzi delle medie, per adulti impegnati in oratorio e per gli animatori. Al termine del percorso, è prevista una tavola rotonda aperta all’intera comunità e alla città. E infine, magari nello steso giorno, l’inaugurazione ufficiale del teatro restaurato e del murale.

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