Raccontare parole intraducibili: la sfida di “Atlante linguistico della Pangea” per Altri Percorsi

Sotterraneo Atlante linguistico della Pangea 9_10 giugno ore 20 | Ancona_Teatro delle Muse_Salone delle feste anteprima concept e regia Sotterraneo in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini scrittura Daniele Villa luci Marco Santambrogio costumi Eleonora Terzi, Laura Dondoli sound design Mattia Tuliozi elementi scenici a cura del Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione macchinista costruttore Sergio Puzzo grafica Lorenzo Guagni, Jacopo Jenna responsabile produzione Eleonora Cavallo produzione Sotterraneo contributo ERT – Emila Romagna Teatro, Fondazione CR Firenze sostegno Regione Toscana, Mibac residenze artistiche Centrale Fies_art work space, La Corte Ospitale, Elsinor/Teatro Cantiere Florida, Laboratorio Nove, Associazione Teatrale Pistoiese Nel mondo esistono “parole intraducibili”, concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi. In lingua inuktitut, la parola iktsuarpok significa il senso di aspettativa che ti spinge ad affacciarti ripetutamente alla porta per vedere se qualcuno sta arrivando”; in giapponese tsundoku significa “impilare un libro appena comprato insieme agli altri libri che prima o poi leggerai”; in bantu la parola ubuntu significa “posso essere una persona solo attraverso gli altri e con gli altri”. Sotterraneo ha selezionato decine di questi vocaboli – universali e culturospecifici al tempo stesso – e ha dialogato online con altrettanti parlanti madrelingua sul significato e l’uso di queste parole nella cultura di provenienza. Queste brevi “lezioni di intraducibilità” sono divenute la traccia per uno spettacolo che mette in scena le parole stesse, trasformando un piccolo dizionario in una sorta di drammaturgia atipica. L’intero spettacolo inoltre è attraversato dall’impossibilità di dar corpo ad alcuni concetti a causa delle limitazioni Covid, che da pure restrizioni si trasformano in una risorsa scenica in grado di mettere in campo un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità, ora che la nostra specie è posta di fronte alla necessità di cooperare davvero su scala globale.

Si intitola Atlante linguistico della Pangea lo spettacolo inaugurale di Altri Percorsi, la rassegna che la Fondazione Teatro Donizetti, con la Direzione Artistica di Maria Grazia Panigada, dedica al vasto panorama nazionale di quella ricerca teatrale che, oggi, utilizza molteplici mezzi e linguaggi espressivi.

Nel suo articolato sviluppo in sette titoli, Altri Percorsi parte quest’anno da una compagnia under 35, per la prima volta ospitata in rassegna, Sotterraneo, che con Atlante linguistico della Pangea farà esplorare al pubblico del Teatro Sociale, giovedì 19 gennaio (ore 20.30), il mondo delle “parole intraducibili”, vocaboli unici di una lingua che non esistono in altri idiomi ma che racchiudono una stratificazione di significati.

In scena: Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini. Concept e regia: Sotterraneo. Scrittura di Daniele Villa. Luci di Marco Santambrogio. Costumi di Eleonora Terzi e Laura Dondoli. Sound design Mattia Tuliozi. Elementi scenici a cura del Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione. Produzione Sotterraneo con contributo di ERT – Emilia Romagna Teatro e Fondazione CR Firenze e sostegno di Regione Toscana e Mibac. Durata spettacolo 1 ora senza intervallo.  Prezzi biglietti: intero 19 euro, ridotto 15 euro. 

Atlante linguistico della Pangea parte dal presupposto che nel mondo esistono concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi: in lingua inuktitut, la parola iktsuarpok significa “il senso di aspettativa che ti spinge ad affacciarti ripetutamente alla porta per vedere se qualcuno sta arrivando”; in giapponese tsundoku significa “impilare un libro appena comprato insieme agli altri libri che prima o poi leggerai”; in bantu la parola ubuntu significa “posso essere una persona solo attraverso gli altri e con gli altri”.

Sotterraneo ha selezionato decine di questi vocaboli – universali e specifici al tempo stesso – e ha dialogato online con altrettante persone madrelingua sul significato e l’uso di queste parole nella cultura di provenienza.

Queste brevi “lezioni di intraducibilità” sono divenute la traccia per uno spettacolo che mette in scena le parole stesse, trasformando un piccolo dizionario in una sorta di drammaturgia atipica.

L’intero spettacolo, inoltre, è attraversato dall’impossibilità di dar corpo ad alcuni concetti a causa delle limitazioni anti Covid, che da pure restrizioni si sono trasformati in una risorsa scenica in grado di mettere in campo un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità.

Sotterraneo si forma a Firenze nel 2005 come gruppo di ricerca teatrale composto da un nucleo autoriale fisso cui si affianca un cluster di collaboratori che variano a seconda dei progetti. Ogni lavoro del gruppo è una sonda lanciata a indagare le possibilità linguistiche del teatro, luogo a un tempo fisico e intellettuale, antico e irrimediabilmente contemporaneo. Con opere trasversali e stratificate nella ricerca su forme e contenuti, Sotterraneo si muove attraverso i formati – dallo spettacolo frontale al site-specific passando per la performance – focalizzando le contraddizioni e i coni d’ombra del presente, secondo un approccio avant-pop che cerca di cantare il nostro tempo rimanendo in equilibrio fra l’immaginario collettivo e il pensiero più anticonvenzionale, considerando la scena un luogo di cittadinanza e gesti quotidiani di cultura che allenano la coscienza critica del pubblico, destinatario e centro di senso di ogni nostro progetto.

Sotterraneo riceve negli anni alcuni tra i più importanti riconoscimenti teatrali a livello nazionale e internazionale: Premio Lo Straniero (2009), Premio Ubu Speciale (2009), Premio Hystrio Castel dei Mondi (2010), Silver Laurel Wreath Award / MESS Festival di Sarajevo (2011) per Dies irae, Eolo Award (2012) per La Repubblica dei Bambini, ACT Festival Prize (2012) e BE FESTIVAL 1st Prize (2012) per Homo ridens, Best of Be Festival (2016)  per Overload_studio, Premio Ubu Spettacolo dell’anno (2018)  per Overload, Premo Scenari Pagani (2019), Premio Ubu Spettacolo dell’anno (2022) per L’Angelo della Storia.

Sotterraneo si occupa anche di formazione teatrale, curando progetti laboratoriali per varie strutture, tra le quali Comune di Firenze, Fondazione Toscana Spettacolo, Centrale Fies, Amat, Irigem, Fanny & Alexander, Laboratorio Nove, Università degli Studi di Firenze, Associazione Teatrale Pistoiese, Theatre of Europe (London), Istituto italiano di cultura (London), Be Festival (Birmingham), Teatro de La Abadia (Madrid). Dal 2021 Sotterraneo è artista associato al Piccolo Teatro di Milano.

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