Il Servizio Esodo alla stazione: un posto caldo per chi vive ai margini

Dall’inizio degli anni ‘90 sino ad oggi, in forme diverse, la presenza del Patronato San Vincenzo alla stazione di Bergamo non è mai venuta meno. Fu don Fausto Resmini ad intuire l’importanza di esserci in quel luogo, dove spesso confluivano i ragazzi da lui seguiti in carcere o in comunità. E così iniziò a raggiungere ogni sera la stazione per stare a fianco ai senza tetto, portando del cibo, ma soprattutto garantendo una presenza fedele e costante al fianco di chi vive ai margini. Nell’ambito delle iniziative de “La vulnerabilità come forza” per BergamoBrescia 2023 Capitale della cultura al Patronato San Vincenzo di Bergamo, domenica 26 febbraio, alle 15 è in programma un incontro di racconti e testimonianze proprio sul servizio Esodo.

Il servizio Esodo si è articolato ed è cresciuto nel tempo: dal camper alla mensa serale all’infermeria. Costituisce un servizio “a bassa soglia”, che garantisce una risposta a bisogni primari e offre vicinanza e ascolto senza porre requisiti d’accesso.

La fine dell’anno 2022 ha segnato una novità importante per il servizio Esodo. “Dopo molto tempo, abbiamo potuto riaprire i posti a sedere della mensa alla stazione – spiega don Dario Acquaroli, direttore della Comunità don Milani di Sorisole, a cui fa capo il servizio -. In questo modo i volontari non si occupano più solo della distribuzione di sacchetti, ma accolgono le persone in un posto caldo. In questo momento giornalmente vengono serviti tra i 120 e i 130 pasti”.

Il ritorno a questa modalità permette di rispondere al meglio alla vocazione del servizio. “La mensa nasce per incontrare e ascoltare le persone, oltre che per offrire un pasto caldo – prosegue don Dario -. Questo viene garantito anche dal camper, che è presente tutti i giorni in stazione, nei luoghi dove le persone fragili vivono”.

C’è chi grazie all’aggancio degli operatori di Esodo arriva a Sorisole. “Qui ospitiamo alcune persone nei container e nell’infermeria. Abbiamo attivato di recente anche percorsi di arteterapia e stiamo sistemando le strutture dove vengono accolti”.

La ripresa dopo la pandemia ha visto il mantenimento di un buon numero di volontari. “Possiamo contare su circa 80 volontari, che si dimostrano sempre disponibili ad accogliere – spiega ancora don Dario -. Nelle prossime settimane attiveremo anche degli incontri a loro dedicati, di rilettura e formazione, per sottolineare come la riapertura della mensa sia un segno forte della volontà di incontrare le persone”.

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