Don Bepo, sì dei vescovi lombardi all’avvio della causa di beatificazione

All’unanimità, i vescovi della Conferenza episcopale della Lombardia hanno dato parere favorevole all’avvio dell’inchiesta diocesana per la beatificazione di don Bepo Vavassori, fondatore del Patronato San Vincenzo.

L’ha annunciato ufficialmente, a sorpresa, il vescovo Francesco Beschi al termine della tavola rotonda, in sala Nembrini al Patronato San Vincenzo, che ha concluso, martedì 24 gennaio, la festa di San Francesco di Sales.

Ed è stata davvero una sorpresa per tutti, anche per don Davide Rota, superiore della comunità dei preti del Patronato, come ha affermato il vescovo. «Nella recente riunione dei vescovi lombardi — ha detto monsignor Beschi — il parere favorevole ha raccolto i consensi di tutti, perché tutti, segnatamente i due vescovi bergamaschi di Lodi e di Vigevano, conoscono la realtà del Patronato e la figura di don Bepo».

Secondo il Diritto canonico, l’assenso dei vescovi della regione ecclesiastica di competenza è un atto necessario per avviare una inchiesta diocesana di beatificazione.

Il vescovo ha inoltre annunciato, nell’ambito delle iniziative di Bergamo e Brescia capitale italiana della cultura 2023, che le due diocesi vivranno con intensità due momenti forti condivisi: monsignor Beschi il 15 febbraio, festa patronale dei Santi Faustino e Giovita, concelebrerà nel Duomo di Brescia accanto al vescovo diocesano Pierantonio Tremolada. Quest’ultimo il 26 agosto, festa patronale di Sant’Alessandro martire, concelebrerà nel Duomo di Bergamo insieme a monsignor Beschi. 

Prima di questo annuncio, don Davide Rota ha parlato dei rapporti fra don Bepo e monsignor Andrea Spada, storico direttore de L’Eco di Bergamo per 51 anni. «Don Spada, prima di approdare al quotidiano, era stato educatore al Patronato accanto a don Bepo. Fu proprio il nostro fondatore a suggerire al vescovo Adriano Bernareggi di affidare a don Spada la direzione del quotidiano in un momento molto difficile, quando il vescovo, dietro le forti pressioni e per evitare la minaccia di chiusura del giornale, fu costretto a far rassegnare le dimissioni al direttore don Piermauro Valoti».

Nei momenti di difficoltà, don Spada si recava al Patronato. «Si confidava con don Bepo. Non usciva con la soluzione, ma con quella tranquillità che gli consentiva di affrontare ogni difficoltà. E da don Bepo imparò che la carità è figlia della fede. I due preti ci insegnano ancora oggi l’importanza del radicamento nella gente e nella società bergamasca».

Infine don Rota ha ricordato la grande opera dei preti del Patronato in terra boliviana, soprattutto in soccorso dei poveri, della gioventù abbandonata e degli orfani. «Laggiù ho scoperto la grandezza del clero della Chiesa di Bergamo». Riguardo alla raccolta di documenti per la causa di beatificazione, affidata a monsignor Arturo Bellini, don Rota ha detto che emergono «tratti molto interessanti e anche sconosciuti, che confermano la grandezza di don Bepo».

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