Torre de’ Busi è «Nella Città di Tutti»: una mostra sui parroci e un itinerario tra gli affreschi di Santo Stefano

Ricordare la memoria dei parroci e riscoprire i tesori delle chiese della città. Torre de’ Busi, comune montano e situato in una delle aree più orientali di Lecco e a confine con la provincia di Bergamo, partecipa alla Settimana della Cultura per «cogliere l’occasione di ricostruire un pezzo di storia del paese da far conoscere alle persone nuove che sono venute ad abitare qui, a coloro che ci vivono e a chi viene da fuori», afferma Ivana Bonanomi, parrocchiana di Torre de’ Busi.

Attualmente, a Torre de’ Busi vivono circa 2135 abitanti che sono distribuiti, oltre che nel comune stesso, nelle frazioni di: Favirano, San Gottardo, San Marco, Sogno, Valcava, Ca’ Bonasco, Ca’ Martone, Casello, San Michele e Tegiola.

Salvaguardare le specificità di ogni zona

L’aspetto interessante a Torre de’ Busi è la presenza di tre parrocchie: la parrocchia di San Gottardo che è ubicata nella frazione omonima, la parrocchia Ss. Michele Arcangelo e Giovanni Battista che è situata nel comune e la parrocchia Ss. Marco Ev. e Rocco Conf. e S. Maria che si trova nella località di San Marco.

«Per ognuna di esse sono presenti due chiese e inizialmente ogni parrocchia aveva il suo parroco», racconta don Daniele Plebani, ora Parroco unico di Torre de’ Busi. Se prima, ogni parroco gestiva e guidava la propria parrocchia, ora è don Plebani, a dirigerle tutte, con l’impegno, come lui stesso dice, «di salvaguardare le specificità di ogni zona e i luoghi significativi».

Per il progetto «Settimana della Cultura – Nella Città di Tutti», Torre de’ Busi ha pensato a due proposte molto particolari. La prima è la mostra «Il prete e la sua gente. Figure di parroci nella storia di Torre de’ Busi» che metterà al centro alcuni parroci che, come dice Ivana, «hanno lasciato un segno, un ricordo ed è anche un modo per ricostruire la storia delle varie parrocchie, attraverso delle fotografie, dei libri e degli oggetti sacri».

La storia delle comunità sulle tracce dei parroci

Tra i parroci che verranno ricordati in quest’esposizione, don Plebani cita: «don Ugo Canova di cui saranno esposti degli scritti; Don Alessandro Brumana che è stato in un campo di concentramento; don Giovanni Battista Bonaiti che ha scritto un libro di catechismo e ricostruito la storia della chiesa di Sogno». Inoltre, i visitatori potranno vedere, spiega Ivana, «un filmato con le testimonianze di persone anziane in riferimento alle attività dei parroci raccontati in questa mostra».

Quest’esposizione sarà accessibile a tutti e si potrà visitare nell’oratorio, accanto alla chiesa di Torre de’ Busi, il sabato 15 aprile, dalle 15 alle 19 e domenica 16 aprile, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.

Zibaldone di Don Ugo Canova

La seconda iniziativa è l’itinerario «Stefano: da San Defendente a San Michele. Un itinerario nell’iconografia del primo martire cristiano».

Da un lato, c’è la chiesetta di San Defendente che si trova all’interno del centro storico di Favirano, frazione di Torre de’ Busi. Risalente al XV secolo, la chiesa ha un impianto tardo gotico con una struttura in pietra a vista con rosone rinascimentale in cotto.

La chiesa di San Defendente a Favirano

Dall’altro lato, c’è la chiesa San Michele Arcangelo. Interna al Plesso Storico di San Michele, quale luogo del cuore del FAI, insieme all’Oratorio di Santo Stefano, le cappelle della Via Crucis e alla casa canonica, San Michele Arcangelo è la parrocchiale  più antica perché risale al XII secolo. Isolata sopra un suggestivo sperone roccioso, nel XVII secolo fu ampliata e il vecchio abside venne demolito mentre il campanile fu inglobato nell’edificio non conservando quasi più nulla della struttura romanica. Ora, in seguito a restauri del XIX secolo, ha delle forme neoclassiche.

Il Plesso di San Michele fotografato dall’alto.

La scelta di queste due chiese per l’itinerario nasce dalla presenza in entrambe di affreschi dedicati a Santo Stefano: per la chiesa di San Defendente a Favirano gli affreschi sono del XV e del XVII secolo, mentre quelli che si trovano nella parrocchiale di San Michele sono del XVI e del XV secolo.

Un affresco che ritrae Santo Stefano

«La data prevista per l’itinerario sarà il 23 aprile, con la partenza, alle ore 15, in contemporanea di due gruppi: uno da Favirano, dalla chiesa di San Defendente e l’altro dalla chiesa di San Michele; entrambi i gruppi saranno guidati da delle persone che li accompagneranno e racconteranno delle storie e degli aneddoti legati agli affreschi e alle chiese», afferma Mariangela Facheris, parrocchiana di Torre de’ Busi.

Durante il percorso, spiega Ivana, «questi due gruppi si incroceranno insieme a San Gottardo; ci sarà un momento di merenda e di condivisione».

A seguire, il gruppo si dividerà nuovamente in due e termineranno il percorso al contrario, nel senso che: ci sarà un gruppo che visiterà per primo la chiesa di San Defendente e terminerà con la chiesa di San Michele e l’altro gruppo che all’inizio vedrà la chiesa di San Michele concluderà poi con la chiesa di San Defendente.

Per partecipare all’itinerario, verranno comunicati dei numeri di telefono ai quali mandare la propria iscrizione.