“Comunità Redona”: il notiziario parrocchiale festeggia il numero 500. Primi passi negli anni Trenta

«Ben arrivato, numero 500! Chi l’avrebbe detto, ormai cinquant’anni fa, che “Comunità Redona” si sarebbe trovato in un cammino così lungo e così aperto sul futuro!». È l’incipit del mensile «Comunità Redona» che taglia il traguardo del 500° numero. È una pubblicazione molto curata e ben nota nel vasto mondo dei notiziari parrocchiali nella nostra diocesi. Per l’occasione, la parrocchia cittadina ha stampato un numero speciale che ne ripercorre la storia e il cammino che ogni mese vede impegnata la redazione — composta da 16 persone fra preti e laici con direttore responsabile il parroco don Gianangelo Ravizza —, la stesura tipografica, i temi degli articoli, l’impegno dei distributori. «“Comunità Redona” è il giornale della comunità — è scritto in prima pagina —. Certo, non nel senso che sia un quotidiano, ma nel senso che vuole cercare di registrare un cammino e di scavare dentro di esso. Lo fa con cadenza mensile, per avere il tempo e per lasciare il tempo necessario per un po’ di riflessione e di approfondimento attorno a ciò che accade e a ciò che si vive. Per permettere di aprire orizzonti e cercare in profondità».

I primi passi nel 1931, come strumento di formazione

Il mensile traccia la storia del bollettino parrocchiale, iniziata nel lontano 5 aprile 1931, quando vide la luce il primo numero. «È necessaria l’edizione del Bollettino — scriveva l’allora parroco don Giovanni Guerinoni — a causa sia dell’estensione della parrocchia, sia del venir meno della pratica religiosa di massa», che per tanti si riduceva «ad una Messa festiva sentita alla sfuggita, alla Confessione e Comunione pasquale, e poi punto fermo. Una buona parola del sacerdote non la sentono mai: istruiti, se volete in tutte le discipline profane, sono completamente digiuni dalla scienza della vita, la religione: vivono completamente estranei a quella che è la vita parrocchiale. Ecco pertanto delineato lo scopo e il programma del Bollettino parrocchiale». Nel 1947, dopo due anni di sospensione a causa della guerra, uscì autonomamente dalla pubblicazione diocesana. Dal gennaio 1964 venne inserito nel mensile diocesano «L’Angelo in famiglia», ma con il parroco don Mario Melocchi si avvertiva un calo del respiro che caratterizzava le annate precedenti.

Nasce «Comunità Redona» come strumento autonomo

Il nuovo parroco don Romano Breviario impresse un forte rinnovamento al bollettino, considerato un efficace strumento di comunicazione e formazione. Innanzitutto costituì una redazione e fu attribuita la giusta importanza anche alla grafica. Ampio spazio era dato ai problemi del quartiere in continua espansione e ai temi riguardanti diocesi, Chiesa e società.

Nell’ottobre del 1973, il bollettino, non più inserto del mensile diocesano, divenne «Comunità Redona». Poi la svolta. Nel settembre del 1974 uscì il primo numero dell’attuale «Comunità Redona». I contenuti erano scalpitanti, di stretta attualità in campo ecclesiale, politico e sociale, pur con toni spesso unilaterali, tipici dell’epoca ossessivamente ideologizzata. Questa scelta ingenerò contestazioni e abbandoni, che portarono al ricambio dei collaboratori e a mutare i toni degli articoli, ben lontani da quelli precedenti.

L’arrivo di don Sergio Colombo: una comunità in cammino

Nel 1981 il nuovo parroco don Sergio Colombo fa assumere al mensile una fisionomia particolare.

Per lui «Comunità Redona», visto come giornale pedagogico, doveva sostenere il cammino della parrocchia, essere molto attento a Chiesa e società. Il tutto per favorire nei lettori — molti dei quali residenti in altre parrocchie — riflessione e confronto vero su un vasto ventaglio di argomenti, per esempio mondo giovanile, politica, temi morali.

A chi gli faceva presente che i contenuti erano troppo difficili per tanti, don Colombo rispondeva che ciò era necessario per l’approfondimento. L’eredità del mensile è poi passata al successore don Gianangelo Ravizza.

Il numero 500, riprendendo la classica terminologia giornalistica del «Chi, come, cosa, quando, perché», ripercorre il cammino mensile della pubblicazione.

Infine viene posta una domanda: sappiamo chi sono i nostri lettori? Non viene data una risposta, pur sottolineando che già quest’anno c’è un gruppo di abbonamenti nuovi da parte di famiglie giovani.

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