In prima linea accanto ai giovani: le Suore delle Poverelle di Albino aprono la loro casa

Una casa aperta ai giovani: le Suore delle Poverelle hanno deciso di destinare la loro sede nel centro di Albino alla cura della pastorale vocazionale, all’animazione e al noviziato internazionale.

Presente sul territorio da oltre cent’anni, questa piccola comunità continua a rappresentare un punto di riferimento per la parrocchia e un segno di attenzione ai più fragili.

“Sono presenti nella nostra casa – sottolinea la responsabile suor Emanuela Baggio – sei religiose, e tra loro due novizie di 22 e 38 anni, una delle quali arriva dal Perù. Il nostro istituto ha deciso di investire sulla presenza e la formazione dei giovani ristrutturando i locali dove risiediamo per adattarli a questo scopo: sono state ricavate fra l’altro due stanze da cinque posti che ora dedichiamo all’accoglienza”.

Vivere insieme e mettersi a servizio dei più fragili

I lavori sono terminati a luglio: “Abbiamo ospitato il primo gruppo recentemente – prosegue suor Emanuela -, proprio a cavallo dell’ultimo dell’anno. Era composto da sei ragazze arrivate da diverse città d’Italia. Hanno vissuto con noi, condividendo la preghiera e la cura della casa e hanno svolto attività di servizio nelle comunità che la nostra congregazione gestisce sul territorio della diocesi di Bergamo e che accolgono per esempio donne in condizioni di disagio oppure ex detenute che stanno ricostruendo la propria vita. È stata un’esperienza molto bella e intensa. Alla fine del mese ospiteremo un gruppo scout per un periodo di convivenza”.

Fa parte della comunità anche suor Simona Locatelli, inserita nell’équipe diocesana di pastorale vocazionale. In parrocchia affianca il curato don Luca Bertulessi nell’animazione del gruppo adolescenti.

“Conduciamo una vita molto semplice – sottolinea suor Emanuela – occupandoci anche delle faccende quotidiane, come fare la spesa, preparare i pasti, prenderci cura della casa e della lavanderia. Ognuna di noi ha poi degli incarichi in parrocchia, nella catechesi oppure accanto ai più fragili, come malati e anziani”.

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