La bellezza oltre: gli allievi parrucchieri di Acof Bergamo al lavoro con le donne senza dimora


L’Istituto ACOF Bergamo è impegnato da tempo nella formazione professionale nel settore dell’acconciatura. Abbiamo intervistato Sara Bonicchio, Responsabile di sede, a proposito di un progetto che unisce il loro campo formativo con un’attenzione solidale.


State portando avanti un progetto di solidarietà particolare con i vostri allievi. Ce lo può illustrare?

Il progetto si chiama “La bellezza oltre”. Nasce da un’idea di Confartigianato e di Caritas, ed è iniziato a settembre: con cadenza mensile ospitiamo alcune donne senzatetto e ci prendiamo cura dei loro capelli. Fa parte della più ampia azione di reinserimento sociale di cui queste donne stanno provando a fidarsi: anche attraverso la cura di sé, del proprio benessere e della propria acconciatura si possono riappropriare della loro identità e dignità.

Concretamente cosa fate?

Una volta al mese queste donne, circa 8, vengono nella nostra scuola. I nostri allievi e le nostre allieve del secondo, del terzo e del quarto anno, a coppie, si occupano del colore, del taglio e della piega. È un momento molto bello: nel nostro laboratorio ci troviamo ad avere non solo queste donne e i nostri alunni con il loro parrucchiere docente, ma anche diversi parrucchieri professionisti che, grazie a Confartigianato, vengono a seguire i ragazzi e a dare loro una mano. Si è creato un clima di collaborazione e di rete interessante.

Com’è stato accolto questo progetto dai genitori e dagli allievi della scuola?

I nostri ragazzi e le loro famiglie sono stati entusiasti quando abbiamo presentato l’iniziativa: gli allievi sentono sicuramente un po’ di pressione per la paura di sbagliare e per gli occhi di tanti professionisti puntati addosso, ma non sono a disagio per la condizione delle persone a cui tagliano i capelli. Stanno imparando a lavorare sull’acconciatura di una persona vera e questo aspetto estremamente concreto è fondamentale: fa parte del dover imparare a gestire le relazioni con il cliente e le sue richieste.

In che senso questo progetto sta arricchendo i vostri allievi?

A livello formativo è una crescita di manualità, di professionalità e di competenze relazionali. Ma uno dei frutti più belli si vede a livello di umanità e di sensibilità. Gli allievi hanno domande, sentono l’ingiustizia legata al disagio che queste donne vivono sulla propria pelle. C’è una cultura che appartiene all’agire: quella che si manifesta attraverso il proprio fare. La speranza è che i nostri ragazzi possano imparare a domandarsi “Ma io, di fronte a queste persone, come parrucchiere e come parrucchiera, che cosa posso fare?”.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *