Che cosa sono e come funzionano il Sovvenire e l’8 per mille. Intervista a don Marco Milesi

Che cos’è il Sovvenire? “L’attenzione alla presenza che la Chiesa ha dentro il mondo e le situazioni della vita quotidiana e ordinaria” spiega don Marco Milesi, incaricato per la diocesi di Bergamo del Servizio di promozione del sostegno economico alla Chiesa.

Intervistato da don Mattia Magoni, direttore dell’ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali, don Marco Milesi presenta gli aspetti più significativi di un servizio che costituisce le fondamenta della vita delle comunità cristiane.

“È come se noi dicessimo che un buon padre di famiglia ha a fare con ciò che deve amministrare. Questo riguarda sicuramente i soldi ma soprattutto le persone e un’infinità di progetti che contribuiscono al bene di tutti, anche della società civile”.

L’intervista diviene un’occasione per ripercorrere la storia di alcuni strumenti oggi usati per il sostegno economico alla Chiesa: “Il mondo del Sovvenire – sottolinea don Marco – chiede di essere conosciuto meglio, è come un contenitore che al suo interno contiene molti soggetti”.

Fra essi per esempio l’Otto per mille, “la percentuale che ogni contribuente può devolvere a un ente a scelta”. È nato dalla revisione del 1984, prima (fonte Sovvenire.chiesacattolica.it) erano tre le fonti di finanziamento per la Chiesa Cattolica in Italia: 1) le offerte libere (e non deducibili) dei fedeli; 2) il finanziamento diretto da parte dello Stato, attraverso gli stipendi versati solo ad alcuni sacerdoti, come i cappellani degli ospedali e gli insegnanti di religione che svolgono, nel quadro della pubblica amministrazione, un servizio al cittadino; 3) il finanziamento diretto da parte dello Stato, attraverso le congrue a vescovi, parroci e canonici ad integrazione dei benefici e attraverso un contributo in favore delle nuove chiese.

Dal 1984 in avanti il sistema è completamente cambiato, mettendo al centro la contribuzione volontaria dei fedeli:

“Con la revisione del Concordato nel 1984 la prima fonte di sostentamento, cioè quella delle offerte (non deducibili) dei fedeli è stata posta sempre più al centro del sistema, rappresentando l’elemento di maggior valore ecclesiale. La seconda fonte, quella di sostentamento dei sacerdoti che svolgono quei servizi, già evidenziati in precedenza, di particolare utilità pubblica e sociale, non è stata modificata. Mentre la terza, quella delle congrue e dei contributi per l’edilizia del culto, è stata, invece, radicalmente modificata. Dal 1989 sono dunque cessati per sempre questi finanziamenti diretti e sono state introdotte due nuove forme di sostegno economico alla Chiesa Cattolica rivolte ai cittadini: le offerte per il sostentamento del clero, deducibili dal proprio reddito complessivo ai fini del calcolo dell’Irpef, e la scelta per la destinazione dell’otto per mille dell’Irpef.

Nel frattempo sono stati aboliti anche i benefici ecclesiastici e questi beni sono stati trasferiti ai nuovi Istituti diocesani per il sostentamento del clero. Questi organismi, con i redditi ricavati dall’amministrazione del patrimonio, concorronoad assicurare il sostentamento dei sacerdoti diocesani che, indistintamente, svolgono il proprio ministero in servizio alle diocesi italiane”.

Guarda l’intervista per saperne di più.

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