Verso l’alt(r)o, meditazione della settimana. L’emozione non ha voce

“È necessario saper amare, accettare di imparare ad amare. È una esigenza totalmente diversa dall’istinto: è esigenza di libertà. La libertà più estrema, quella che ci porta volontariamente a donarci, a impegnarci.”

(Abbé Pierre)

In questi giorni ho provato l’esperienza di rimanere afona: è una sensazione davvero antipatica, soprattutto quando svolgi un lavoro in cui è fondamentale parlare e confrontarsi con altre persone o quando uno dei tuoi hobby preferiti è cantare. 

Non avere la voce mi ha fatto sentire a tratti esclusa ed impotente. Qualcuno delle mie conoscenze l’ha considerata una benedizione… e alla fine forse anche io: non poter parlare mi ha fatto capire ancora di più quanto sia importante non tanto quello che si dice, ma quello che si fa, e quanto in realtà valga la qualità delle mie azioni. 

Facevo fatica a parlare, ma ho scoperto che i miei gesti venivano compresi molto di più delle mie parole. 

Mi sono sorpresa di quanto le persone intorno a me riuscissero a capirmi velocemente pur non riuscendo io a esprimermi a parole, e riuscissero anche ad anticipare le mie richieste e comprendessero i miei gesti senza che io mi sforzassi troppo.

Mi sono stupita quando una ragazza, mai vista prima e a cui ero riuscita a malapena a sussurrare: “Ciao”, ha risposto al mio saluto impacciato dicendomi : “Spero di vederti ancora”.

Grazie a questa, fortunatamente breve ma intensa, esperienza ho imparato che si può riuscire ad amare ed essere amati anche nonostante i nostri limiti e le nostre fatiche, anzi forse ancora di più!

Buon proseguimento del cammino di Quaresima.

Francesca Avogadro

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