Che senso ha oggi il digiuno in Quaresima? Suor Chiara: “Ci aiuta a scoprire i condizionamenti e le piccole schiavitù”

Buongiorno suor Chiara
Parlando con alcuni amici in parrocchia mi sono accorta che sono sempre meno le persone che osservano periodi di digiuno in quaresima. Mi sembra un’occasione mancata. Lei che cosa ne pensa? Ha ancora senso oppure no? In quale modo?

Giovanna

Cara Giovanna la quaresima è un tempo forte di conversione del cuore, della mente e di tutta la persona, di distacco dalle nostre passioni, di un vero ritorno al Signore perché si restauri la nostra immagine di figli di Dio, continuamente ferita dal peccato.

Il digiuno, assieme alla preghiera e alla carità, è una pratica quaresimale che affonda le sue radici nella Bibbia e afferma la signoria di Dio sulla vita.

Digiunare è affermare che si può vivere dell’essenziale, che l’uomo non vive di solo pane e beni materiali, pur necessari, ma dispone della libertà di non far coincidere la felicità con il possesso di ogni cosa.

Rinunciare al cibo non necessario, all’accumulo di beni non è fine a sé stesso né prova di mero dominio personale come potrebbe essere per un atleta, ma è via per ritornare al Signore, per vivere nell’amore a Lui e ai fratelli. 

Il digiuno quaresimale è per il potenziamento dello spirito, mentre la dieta è per lo snellimento del corpo. Sono due prospettive, una interiore e una esteriore: una riguarda il nostro rapporto con Dio, l’altra riguarda l’immagine che vogliamo lasciare negli altri.

Privarsi di qualcosa ci fa scoprire le nostre piccole schiavitù

Scegliere di privarsi di qualche cosa, dal cibo, dall’uso smodato di internet o del cellulare, dalle parole eccessive o pungenti, dalla nostra permalosità o aggressività o di altro, è fare verità anche su ciò che ci condiziona, sulle nostre piccole o grandi schiavitù che limitano la nostra libertà e la nostra maturazione di persone e di credenti.

È un distacco dalle nostre tendenze fragili e peccaminose che in qualche modo ci allontanano dalla verità di noi e di Dio: scegliere qualche forma di digiuno può essere segno di un desiderio di leggerezza per andare spediti dietro al Signore.

Purtroppo, come credenti, siamo così immersi nel “mondo” che nemmeno ci accorgiamo di come esso ci schiavizzi, facendo insorgere continui bisogni da soddisfare che non sono essenziali, ma servono solo ad alimentare l’industria del consumo.

Il condizionamento invisibile del consumismo

Mancando la consapevolezza di quanto ci lega, non sentiamo nemmeno la necessità, di cercare forme di astinenza che cambino orientamento alla nostra vita.

Mai come nel nostro tempo, è necessario vivere forme di digiuno per vincere l’avidità, la brama di uno smodato benessere, la sottile indifferenza verso i fratelli più deboli, la cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto, l’idolatria del proprio io su tutto, sino a prendere il posto di Dio.

Davanti a questo non c’è che il pentimento e la conversione del cuore e il desiderio di cambiamento che passa attraverso piccole o grandi forme di “digiuno” che ciascuno sceglie in relazione alle sue fragilità e debolezze, ai propri piccoli o grandi idoli.

Scegliere spontaneamente la via del digiuno che rende liberi e di questa libertà abbiamo tanto bisogno! Il cammino verso la Pasqua è il passaggio dalla vita vecchia centrata sull’io e sui suoi bisogni, alla vita nuova dei figli, rinati dalla morte e resurrezione del Signore.

Camminiamo speditamente in questa direzione per poter diventare donne e uomini nuovi, resi capaci di immettere nel mondo la vita buona e bella del Vangelo di Gesù, condividendo il frutto del nostro digiuno con i fratelli, specialmente i più poveri ed emarginati.

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